Selezionare solamente dieci corridori, tra gli U23 che, quest’anno, militeranno in squadre dilettantistiche o continental, non è certamente semplice. Abbiamo cercato, dunque, di stillare una lista comprendente atleti di ogni tipologia e provenienti da contesti differenti. I seguenti, quindi, sono solo alcuni dei prospetti che ci stuzzicano. Ad ogni modo, ognuno dei ragazzi citati merita di essere seguito con particolare attenzione in questo 2022.
10. Pavel Bittner
Cominciamo con una ruota veloce, anche se il ceco Pavel Bittner sembrerebbe avere le carte in regola per essere qualcosa in più di un banale sprinter puro. Al primo anno da juniores, nel 2019, infatti, Bittner si era segnalato tanto per lo spunto veloce, quanto per la capacità di difendersi in salita. Basti pensare che alla Corsa della Pace, la gara a tappe più dura di categoria, fu capace di piazzarsi al sedicesimo posto nella classifica generale. Dopo un 2020 che, per le ovvie problematiche dovute alla pandemia, lo ha visto giusto correre gli Europei tra le gare di un certo spessore, peraltro con ottimi risultati, visto che fu secondo nella corsa in linea e settimo nella cronometro, nel 2021 Pavel è passato tra gli U23 con la Development Team DSM. Il salto di categoria non lo ha rallentato, anzi, lo ha galvanizzato. Nella passata stagione, infatti, Bittner è stato in grado, nonostante fosse un rookie, di vincere una frazione della versione U23 della fu Praga-Varsavia-Berlino, di piazzarsi in top-10 in diverse tappe del Tour de l’Avenir e di concludere all’undicesimo posto il Mondiale fiammingo. Dopo un’annata d’esordio così convincente, chiaramente, ci aspettiamo di vederlo vincere a più riprese durante il 2022. Sicuramente, ogni volta che si cimenterà in un arrivo a ranghi compatti, avrà gli occhi di tutti puntati addosso.
9. Reuben Thompson
Il 2022 sarà l’ultima stagione tra gli U23 per il neozelandese classe 2001 della Groupama-FDJ, il quale, tra un anno, farà il salto nel World Tour proprio tra le file del sodalizio guidato da Marc Madiot. Thompson è uno scalatore puro, sbocciato tra le salite spagnole e quelle della sua terra natia. Nel 2019 ha sfoderato prestazioni convincenti tra gli juniores, mentre nel 2020 si è consacrato tra gli Elite-U23. Proprio nell’annata in questione, peraltro, ha vinto la tappa regina della corsa più prestigiosa della Nuova Zelanda: il Tour of Southland. Nel fantastico scenario di The Remarkables, salita durissima dalla cui vetta si può vedere il Lago Wakatipu, Reuben si è levato di ruota corridori scafati come Michael Vink e Aaron Gate e ha trionfato in solitaria. Nella passata stagione, dopo aver già corso nel vecchio continente tra le file della spagnola Telcom, Thompson si è accasato alla sopraccitata Groupama-FDJ. I risultati sono arrivati subito per il neozelandese, il quale è giunto quinto alla Ronde de l’Isard e ha vinto il prestigiosissimo Giro della Valle d’Aosta. Al momento Thompson è un corridore molto forte in salita e dotato di buona continuità di rendimento, qualità che gli ha permesso di imporsi nella manifestazione valdostana. Come tutti i grimpeur, però, tende a soffrire quando non si corre sul suo terreno prediletto. Nel sopraccitato Tour of Southland 2020, ad esempio, all’indomani del successo di Thompson a The Remarkables, questi venne letteralmente messo KO dai suoi avversari, i quali lo centrifugarono ben bene a colpi di ventagli. Nel 2022 Reuben sarà una delle vedette, della categoria, per quanto concerne le corse a tappe e avrà il compito di limare ulteriormente le sue lacune in vista del salto tra i grandi.
Lo show di Reuben Thompson sull’erta di The Remarkables
8. Nixon Rosero
Non poteva mancare un nome non mainstrem nella nostra lista e per l’occasione abbiamo scelto l’ecuadoriano Nixon Rosero, dai noi affettuosamente soprannominato, per motivi lapalissiani, Il Presidente. Nel 2019, da juniores, Nixon si mise in mostra in una gara di casa, la Vuelta de la Juventud, nella quale vinse la prima frazione rifilando oltre nove minuti al secondo. Chiaramente, dopo aver dato distacchi simili, per lui conquistare la generale fu pura formalità. L’anno passato, invece, alla prima stagione tra gli ex puri, è andato a prendersi il titolo nazionale U23, battendo una concorrenza più che qualificata. Sul finire dell’estate, il Presidente ha fatto le prime gare in Europa e si è subito messo in luce nelle frazioni più dure del Tour de l’Avenir. Rosero, infatti, è giunto diciottesimo sulla Grand Colombier e undicesimo a Saint Jean D’Arves. La carriera di Nixon, dal 2022, proseguirà in Spagna, dato che si è accasato in uno dei più noti vivai del paese in questione: la Lizarte. Nella penisola iberica, l’ecuadoriano troverà tantissime gare adatte a un grimpeur come lui e ha tutte le carte in regola per rivelarsi uno dei migliori prospetti al mondo quando la strada si inerpica.
7. Laurence Pithie
Ancora Groupama, ancora Nuova Zelanda, ma Pithie, classe 2002, è un corridore diversissimo rispetto al connazionale e compagno di squadra Reuben Thompson. Laurence, infatti, è un atleta che ha nello spunto veloce il suo punto di forza. L’anno scorso, alla prima stagione da U23, Pithie ha vinto il Baltic Chain Tour, gara a tappe in cui si è piazzato al secondo posto in tutte e tre le frazioni, ed è giunto terzo in una corsa di categoria 1.1, il Circuit de Wallonie, alle spalle di due professionisti di ottimo livello come Christophe Laporte e Marc Sarreau. Stante quanto abbiamo visto nelle competizioni del calendario neozelandese, tuttavia, Pithie ha le qualità per difendersi anche su terreni ostici per le comuni ruote veloci. Nel 2020, al Tour of Southland, ancora formalmente juniores, fu undicesimo nella già citata erta di The Remarkables e settimo nella più breve, ma asprissima, Bluff Hill. In questo inizio di 2022, invece, il Kiwi ha preso parte al NZ Cycle Classic e oltre agli ottimi risultati in volata, si è pure piazzato al quarto posto sulla Te Wharau Hill, una salita di due chilometri con una pendenza media superiore al 10%. L’annata appena cominciata ci aiuterà a capire meglio che corridore può diventare Pithie. In Europa il livello è più alto, ma data la giovanissima età, Laurence potrebbe migliorare abbastanza da riuscire a difendersi su percorsi impegnativi anche contro una concorrenza più qualificata.
6. Fernando Tercero Lopez
Torniamo a parlare di uomini da corse a tappe con Fernando Tercero Lopez. Forte in salita e discreto a cronometro, l’attuale corridore della Eolo-Kometa U23 aveva fatto parlare di sé già da juniores, quando, nel 2019, fu quarto alla prestigiosa Vuelta al Besaya alle spalle di tre corridori che, oggi, sono già professionisti: Carlos Rodriguez, Juan Ayuso e Raul Garcia. Nel 2020, al primo anno da U23, Tercero aveva dato un assaggio delle sue qualità piazzandosi al quarto posto alla Vuelta a Cantabria e al sesto alla Volta a Valencia. La vera esplosione di Fernando, però, è avvenuta sul finire della stagione 2021. Tra inizio settembre e inizio ottobre, l’alfiere della Eolo-Kometa si è piazzato al terzo posto alla Vuelta a Salamanca e alla Volta a Galicia e al secondo alla Ronde de l’Isard, manifestazione nella quale ha colto la piazza d’onore anche nella frazione regina, la quale terminava in vetta alla mitica erta di Plateau de Beille. Nel 2022 è logico aspettarsi che Fernando Tercero Lopez mantenga questo livello e si giochi, dunque, il successo nelle gare a tappe più importanti di categoria.
5. Thomas Gloag
Esploso al Giro d’Italia U23 2020 come gregario di Tom Pidcock, Gloag si è definitivamente consacrato come uno dei migliori scalatori emergenti nella passata stagione. Quarto alla Corsa Rosa di categoria, terzo con vittoria di tappa a Plateau de Beille alla Ronde de l’Isard e al Tour de l’Avenir, prima che una caduta lo costringesse al ritiro, occupava la sesta piazza. Viene da chiedersi, per la verità, se fosse necessario, per un ragazzo con queste credenziali, un altro anno tra gli U23. Gloag era chiaramente pronto per il professionismo già nel 2021. In questo 2022, tra gli U23, avrà poco da vincere e tanto da perdere. Per fare meglio rispetto all’annata da poco terminata, infatti, dovrà, per forza di cose, conquistare almeno una delle corse a tappe più prestigiose di categoria.
Il successo di Thomas Gloag a Plateau de Beille
4. Gianmarco Garofoli
Garofoli è uno dei motori più potenti prodotti dal ciclismo italiano in epoca recente. Nel 2019, al primo anno tra gli juniores, vinse ben otto gare, tra cui il titolo nazionale, e giunse quinto nella prova in linea dei Mondiali di Harrogate. Dopo un 2020 danneggiato dalla pandemia, nel 2021 è passato tra gli U23 con la Development Team DSM. Ci aspettavamo una stagione di transizione per Gianmarco, e per certi versi lo è stata, ma l’incredibile impresa nella seconda tappa del Giro della Valle d’Aosta, che gli ha permesso anche di cogliere la piazza d’onore in classifica generale, ha già messo sulla mappa l’azzurro. Nel 2022, Garofoli correrà con l’Astana Development Team e dovrà iniziare a capire cosa può diventare da grande. Le gare in linea, in principio, sembravano il suo naturale terreno d’elezione, ma l’annata appena trascorsa suggerisce di guardare con interesse pure alle corse a tappe. Del Valle d’Aosta abbiamo già parlato, ma nel 2021, alla prima stagione nella categoria, Gianmarco è arrivato anche ventunesimo al Giro d’Italia U23 e ventiseiesimo al Tour de l’Avenir. Peraltro, a Garofoli non mancano nemmeno le potenzialità a cronometro.
3. Lennert Van Eetvelt
Van Eetvelt è un corridore che è cresciuto con calma, senza mai rubare l’occhio fino alla fragorosa esplosione avvenuta durante la scorsa estate. Dopo un buon Giro d’Italia U23, concluso al sedicesimo posto, il belga ha fatto il salto di qualità con l’arrivo della stagione più calda. Da metà luglio 2021 in poi, Van Eetvelt ha vinto il titolo nazionale U23 a cronometro, è giunto ottavo al Tour Alsace, nel quale si è piazzato al quinto posto sulla Planche des Belles Filles, terzo al campionato belga U23 in linea, nono al campionato Europeo a cronometro, quinto in quello in linea, ove ha svolto un lavoro fondamentale per il compagno Thibau Nys, che si è imposto nella rassegna continentale, e quinto alla Liegi-Bastogne-Liegi Espoirs. Il 2022 ci aiuterà a capire meglio che corridore è Van Eetvelt. Fisicamente è minuto, ma sul passo se la cava in modo egregio e, per il momento, digerisce meglio le salite brevi rispetto a quelle lunghe. Lo attendiamo, dunque, nelle classiche di categoria, ma non ci stupirebbe un salto di qualità che gli possa permettere di essere uno dei nomi di riferimento per le corse a tappe.
2. Thibau Nys
Dopo una prima annata, da U23, complicata nel suo ciclocross, era difficile immaginarsi l’esplosione di Thibau Nys proprio su strada. Nella disciplina che fu sempre indigesta a papà Sven, invece, Thibau ha fatto fuoco e fiamme nel 2021. Tra il 28 luglio e l’11 settembre, Nys ha conquistato due vittorie di tappa alla Ronde Vlaams-Brabant, due successi parziali al Tour de la Namur e quel titolo Europeo che lo ha definitivamente consacrato come uno dei migliori prospetti belgi anche al di fuori dei confini del ciclocross. Per concludere in bellezza, peraltro, il figlio d’arte classe 2002 si è pure classificato al sesto posto al Mondiale casalingo. Con l’arrivo dell’autunno, Nys ha ripreso in mano la bici da cross ed è stato protagonista di una stagione in chiaroscuro. La sfortuna lo ha preso di mira, ma dopo un periodo difficile, Thibau è tornato in auge e a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Nell’arco di pochi giorni, il figlio d’arte ha vinto, tra gli U23, a Loenhout, a Baal e a Herentals. Ai Mondiali di Fayetteville, invece, ha conquistato una bella medaglia di bronzo. Ora, chiaramente, ci aspettiamo un 2022 da mattatore anche su strada per Nys, il quale ha le caratteristiche ideali per essere il faro in tutte le gare che presentano un tracciato tortuoso. Dato il suo spunto veloce, inoltre, non sarebbe sorprendente vederlo a braccia alzate anche negli arrivi a ranghi compatti.
Lo sprint che ha regalato a Thibau Nys il titolo europeo
1. Per Strand Hagenes
Il potenziale abbagliante di Per Strand Hagenes, unico primo anno nella nostra graduatoria, non può lasciare indifferenti. Il colosso norvegese, l’anno scorso, tra gli juniores, ha raccolto nove vittorie in ventitré giorni di gara. Tra esse, ovviamente, spicca il Mondiale di categoria, nel quale si è imposto in solitaria dopo essersi prodotto in due accelerazioni che hanno ricordato, nemmeno troppo vagamente, quelle che fa un certo fuoriclasse contemporaneo che viene dal ciclocross. Anche Hagenes, peraltro, non ha un background tradizionale, dato che arriva dallo sci di fondo. E se andiamo sul sito della FISI a guardare i suoi risultati, notiamo che il giovane Per non se la cavava troppo male nemmeno sulla neve. Anzi, nelle prove più lunghe, era uno tra i più forti della sua nidiata. L’anno scorso abbiamo conosciuto Hagenes, il quale oltre al titolo iridato ha vinto anche la Corsa della Pace, come atleta esplosivo e adatto soprattutto a tracciati mossi. Già nel 2020, peraltro, aveva lasciato tutti di stucco facendo il vuoto su una breve salita al 15% di pendenza media nella frazione regina dell’Uno-X Tour Te Fjells Juniors. Nel 2022, il titanico norvegese correrà con la Jumbo-Visma Development Team e avremo modo di conoscerlo meglio e di godercelo un po’ di più dato che per il momento, nonostante i risultati grandiosi, ha fatto veramente poche gare.