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    Arnaud De Lie, più forte di un toro

    Tommaso FontanaDi Tommaso Fontana8 Marzo 20223 Minuti di Lettura

    Il Grote Prijs Jean-Pierre Monseré ha ribadito – ancora una volta – l’immenso talento di Arnaud de Lie. La Lotto Soudal ha deciso di investire molto sul pupillo di casa: già alla presentazione della squadra era l’uomo di facciata accanto a Caleb Ewan. Anche in corsa ha subito sfruttato i gradi di capitano, vincendo il Trofeo Palma, dopo appena due giorni di gara da professionista.

    Il giovane velocista della Lotto Soudal è cresciuto in mezzo agli animali, nella fattoria di famiglia a Vaux-su-Sûre, una cittadina vallone di neanche cinquemila anime. Già a quattro anni, de Lie aiutava suo padre nell’allevamento di vacche e ha continuato a farlo anche negli anni successivi, quando il ciclismo ormai gli rubava sempre più tempo.

    È successo anche prima della vittoria alla prestigiosa Omloop Het Nieuwsblad Espoirs: si è svegliato presto, è andato a lavorare in fattoria e – una volta tornato a casa – si è avviato verso Grotenberge, sede di partenza – e arrivo – della gara. Dopo una mattinata a sporcarsi le mani, nel pomeriggio ciclistico ha vinto lo sprint finale mettendosi dietro Milan Fretin e Nathan Vandepitte.

    Arnaud De Lie si racconta sul canale YouTube della Lotto Soudal

    Ha replicato il tutto anche prima della frazione inaugurale dell’International Beloften Weekend, lì si è dovuto accontentare del terzo posto, che tuttavia è stato fondamentale per la conquista della classifica generale. De Lie, nelle interviste, non perde mai l’occasione di esprimere la sua riconoscenza verso il padre: è lui che lo ha messo su una bicicletta donandoci il suo talento, che – da bravo agricoltore – aveva coltivato al meglio.

    Arnaud sostiene che aiutare il papà in fattoria è il minimo che può fare per ricambiare tutto ciò che gli ha dato e anche ora che è un ciclista professionista – quando il ritmo incessante delle gare e degli allenamenti glielo permette – non si lascia sfuggire l’opportunità di tornare a curarsi dei bovini per dare una mano al padre.

    Le sue volate verso il traguardo, ricordano proprio la sfacchinata di un toro verso il drappo rosso del torero. Non ha necessariamente bisogno di avere un treno colladauto, né di battezzare la ruota di uno dei suoi avversari più veloci: pensa solo a sprigionare la sua potenza, col vento in faccia o sulla confortevole ruota di un qualunque passista.

    Questa stagione ha dimostrato già due volte che sprintare veloce è la cosa che gli riesce meglio: prima al Trofeo Palma, quando sul traguardo maiorchino ha preceduto Sebastian Molano e Sasha Weemaes, e poi al GP Jean-Pierre Monseré in cui il suo nome compare dopo quello di Tim Merlier e di Fabio Jakobsen nell’albo d’oro.

    Lo sprint vincente di De Lie al GP Monseré

    Domenica scorsa, a Roeselare, De Lie è stato pilotato da Jasper de Buyst – che ormai è indubbiamente uno dei lead-out più forti del pianeta – fino a 250 metri dalla conclusione, quando il pallino è passato nelle sue mani e ha iniziato a sprigionare tutta la sua potenza in una volata presa di testa. Ha avuto anche il tempo di girarsi, la paura di essere rimontato da de Bondt o da Hofstetter è legittima, ma nessuno è riuscito a superarlo: semplicemente superiore.

    De Lie non è un semplice velocista: da Under 23 ha dimostrato di trovarsi a suo agio sul pavé – sensazione nettamente confermata anche nelle classiche d’apertura del calendario belga – ed è riuscito a sprintare – e vincere – anche dopo giornate ricche di salite, come nella prima tappa del Tour Alsace. La Lotto-Soudal ha trovato il proprio futuro.

    Arnaud De Lie
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