Ventinovesima Edizione 13-15 aprile 1951
Dopo il successo dell’edizione precedente, anche nel 1951 le premesse si mostrarono notevoli. Solita trentina di corridori scelti dalle case, ma cast di valore mondiale, anche se al via non ci fu Fausto Coppi. Il termometro salì alle stelle, quando, terminata la punzonatura in Piazza Colonna, da dove sarebbe partita la prima frazione che si sarebbe conclusa a Caserta, gli assi stranieri, Bobet, Robic e Kubler e gli italiani Petrucci e Martini, provarono a lungo, dietro i motoscooter, sull’asfalto del circuito di Caracalla. Pur non essendo stati presi tempi ufficiali, quella esibizione-allenamento sotto gli sguardi di un pubblico enorme, fece capire che le medie potevano essere molto, molto alte. Notevole pure la risposta dei piloti degli scooter, che presentarono, oltre agli ex ciclisti anche due campioni del motociclismo, come Masetti, abbinato a Bartali e Ubbiali abbinato a Salimbeni. Considerazione: proviamo ad immaginarci cosa significherebbe oggi, una corsa dove Nibali, avrebbe dovuto seguire uno scooter di 125 cc, guidato da Valentino Rossi e un Michele Scarponi seguire un uguale strumento, pilotato da Massimiliano Biaggi. Roba da far un poco d’ombra anche al calcio…
Prima tappa: Roma-Caserta La prima tappa, come citato, avrebbe portato i corridori da Roma a Caserta, per 205 chilometri, con aggancio ai motoscooter dal km 158 al km 193. Una tappa volante a Frosinone, ed un controllo-rifornimento a Cassino. La partenza fu data da Piazza Colonna a Roma alle 11,30. Quando fu possibile districarsi dall’abbraccio affettuoso della folla (non meno di ventimila persone) venne abbassata la bandiera a scacchi. La corsa si mosse veloce, con un certo nervosismo nell’aria, forse per il maltempo incombente. Dopo una fuga di Guidi De Santi, sempre lesto nei tentativi molto anticipati, fu il turno di Luigi Casola a cercar di fuggire in vista del traguardo “volante” di Frosinone. Lo striscione posto in cima a una salita non lunga, ma dura, non fu visto dal corridore bustese che mollò a metà dell’erta. Chi invece si mostrò deciso e pimpante fu lo svizzero Ferdi Kubler che passò primo sulla fettuccia di Frosinone, su Bartali, Bobet e Soldani. L’elvetico, sullo slancio proseguì da solo e fu poi raggiunto da Magni e Bartali, ma i tre non trovarono l’accordo necessario per insistere nella fuga. Il gruppo proseguì compatto superando un temporale piuttosto intenso, che lasciò posto ad una pioggia di debole intensità, ma ugualmente fastidiosa. A Cassino, davanti alla ricostruita Abbazia, fu primo Casola su Maggini. Poco dopo, in concomitanza col rifornimento, partirono Martini e De Santi, inseguiti da Leoni Salimbeni e Ortelli. La coppia di testa, in buona armonia, arrivò all’appuntamento con i mezzi meccanici al chilometro 158, con i tre inseguitori citati a un minuto e il gruppo a tre. Poco dopo l’aggancio agli scooter, De Santi staccò Martini, attardato da noie al suo motoscooter, e altrettanto accadde a Leoni a Salimbeni e Ortelli. Dalle retrovie, con la pioggia cresciuta di intensità, emerse nuovamente Kubler e con lui anche il connazionale, Schaer, il vincitore uscente Robic e l’altro grande transalpino Bobet. Fra gli italiani, i soli Logli e Bertocchi, si mostrarono competitivi da subito. Con la pioggia incessante, la battaglia si fece furiosa. Davanti, De Santi iniziò a sentire il fiato sul collo di un regolare e velocissimo Kubler, mentre gli altri, dietro, pur mescolatisi, apparvero anch’essi in gran rimonta. Quando i corridori lasciarono gli scooter, il corridore triestino era ancora in testa, ma proprio alle porte di Caserta, Kubler lo raggiunse e lo passò come un razzo. Al traguardo, lo svizzero giunse con quasi un minuto e mezzo su uno stoico De Santi, che riuscì proprio sulla fettuccia ad anticipare i rientranti Bartali, Schaer, Petrucci, Pontisso, Leoni, Bobet e Logli.
Ordine di arrivo:
1° Ferdi Kubler (Sui) Km 205 in 5h07’11” alla media di 39,963 kmh; 2° Giudo De Santi a 1’27”; 3° Gino Bartali; 4° Fritz Schaer (Sui); 6° Loretto Petrucci; 6° Bruno Pontisso; 7° Adolfo Leoni; 8° Luison Bobet; 9° Nedo Logli tutti col tempo di De Santi; 10° Elio Bertocchi a 3’05”; 11° Renzo Soldani a 4’13”; 12° Alfredo Martini; 13° Virginio Salimbeni a 5’05”; 14° Luciano Maggini; 15° Fiorenzo Magni; 16° Antonio Bevilacqua; 17° Aldo Bini; …24° Jacques Marinelli (Fra) a 9’58”;…26° Jean Robic (Fra).
Classifica del tratto dietro motoscooter, di km 33: 1° Elio Bertocchi in 35’27” alla media di 55,853 kmh; 2° Ferdi Kubler (Sui) a 3”; 3° Nedo Logli a 20”; 4° Fritz Schaer (Sui) a 53”; 5° Loretto Petrucci a 1’11”; 6° Luison Bobet a 1’44”; 7° Gino Bartali a l’44”; 8° Bruno Pontisso a 1’50”; 9° Guido De Santi a 2’20”.
Seconda tappa, prima semitappa: Caserta-Salerno Il secondo giorno di gare, si aprì con una tappa come la Caserta Salerno, in grado di presentare trabocchetti e difficoltà non di poco conto. Prima una fuga del corridore di zona, Arcangelo Bove, poi, la dura salita di Dentecane, che mise in subbuglio il gruppo, ed infine il tentativo a sei di Bobet, Soldani, Kubler, Pontisso, Schaer e Bartali, animarono la frazione. Ma a 25 chilometri dal termine, il gruppo si ricompose. Ci privò Bartali, che rimase in testa per una decina di chilometri e quando parve che la soluzione allo sprint fosse nelle corde della corsa, partì il triestino Guido De Santi, che fu bravo a costruirsi in pochi chilometri un bel vantaggio e giungere solo al traguardo, con 1’10” sugli altri regolati da Kubler. Ma lo svizzero, nella volata per la piazza d’onore, aveva commesso varie scorrettezze e fu declassato al 10° posto, ultimo del drappello inseguitore. All’elvetico rimase la consolazione di conservare la Magli Rosso-Oro di leader per soli 17”.
Sul vincitore.
Guido De Santi, nacque il 16 maggio 1923 a Trieste, ed ivi deceduto il 30 ottobre 1998. Passista veloce, alto m. 1,75 per 73 kg. Professionista dal 1947 al 1957, con 15 vittorie. Poteva vincere di più, per le sue notevoli doti sul passo, a cui aggiungeva un ottimo spunto veloce, ma si tarpò diverse volte le ali, a causa di iniziative di fuga tanto anticipate, spesso praticamente in partenza, così dispendiose da fargli bagnare le polveri nelle fasi finali. Questa caratteristica, gli valse il nomignolo di “Fuggitivo pazzo” e qualche antipatia in gruppo. Comunque, questo atleta triestino dal fisico compatto e così combattivo, è stato un ottimo corridore, tanto popolare, quanto tangibile. Fra le sue vittorie spiccano tappe al Giro d’Italia, il Giro di Germania, ancora tappe alla Roma-Napoli-Roma in versione ciclomotoristica, di cuoi fui grande animatore, nonché classiche come la Tre Valli Varesine e la Milano Modena. Buoni anche i suoi piazzamenti, fra i quali spicca il 3° posto alla Bordeaux-Parigi nel 1953. In carriera partecipò a 9 Giro d’Italia che concluse sempre col miglior piazzamento nel 1953, 8°, edizione nella quale vesti per tre giorni la Maglia Rosa. Con la Nazionale fu allo start del Tour de France per tre volte, con compiti di gregariato, per Bartali e Coppi. Delle tre partecipazioni, ne concluse solo una, nel ’49 dove finì 55°. Fu azzurro ai Mondiali di Varese nel ’51, che chiuse 23°. Corse per la Wilier Triestina (1947-’48), l’Atala (1949-’50), la Benotto (1951-’52-’53), la Bottecchia (1954), la Chlorodont (1955) e l’Ignis (1956-’57).
Tutte le sue vittorie. 1949: Tappa Cosenza al Giro d’Italia; Milano-Modena; Circuito di Rieti. 1950: Circuito di Serravalle Sesia. 1951: Tappa di Firenze al Giro d’Italia; Giro di Germania, Tappa di Oberschenzberg al Giro di Germania; Tre Valli Varesine;Tappa di Salerno alla Roma-Napoli-Roma; Circuito di Lanciano. 1953: Tappa di Terni alla Roma-Napoli-Roma; Circuito di Hulm; Circuito di Schwenningen; 1954: Tappa di Terni alla Roma-Napoli-Roma. 1956: Circuito di Muggia.
I suoi piazzamenti di rilievo. 1949: 3° al Giro del Lazio; 2° al Trofeo Baracchi con Bevilacqua; 3° nella tappa di Torino al Giro d’Italia; 3° nella tappa di Cannes al Tour de France. 1950: 2° nella tappa di Napoli al Giro d’Italia; 1951: 2° nella Roma-Napoli-Roma; 3° nella tappa Alassio al Giro d’Italia. 1952: 3° nella tappa di Siena al Giro d’Italia; 3° nella tappa di Sanremo al Giro d’Italia. 1953: 2° nella tappa di Abano Terme al Giro d’Italia; 3° nella Bordeaux-Parigi. 1954: 2° nella tappa di Grado al Giro d’Italia; 2° nella 3 Giorni di Anversa. 1956: 3° nel Giro di Toscana; 3° nella tappa di Mantova al Giro d’Italia.
Ordine d’arrivo:
1° Guido De Santi km 135,300 alla media di 34,70 kmh; 2° Gino Bartali a 1’10”; 3° Maggini; 4° Bobet; 5° Pontisso; 6° Soldani; 7° Moresco; 8° Logli; 9° Magni; 10° Kubler, tutti col tempo di Bartali. Kubler, arrivato secondo, è stato retrocesso al 10° posto per danneggiamenti durante gli ultimi 200 metri.
Seconda tappa, seconda semitappa: Salerno-Napoli Pranzo rapido e via per la tappa seguente da Caserta a Napoli di 54 chilometri senza strappi o salite a guastare la digestione. Scapparono ben presto in tre: Ortelli, Petrucci e Pinarello; poi al 25° chilometro sul nastro dell’autostrada, mollò Pinaretto. Petrucci tenne duro e regolò di autorità il suo rivale all’arrivo a Napoli.
Sul vincitore.
In due anni, il 1952 e ’53, la sua ruota velocissima, che combaciava con le sue caratteristiche di ragazzo un po’ troppo monello, ma, soprattutto, poco incline a richiami e doveri lontano dalla bicicletta, vinse ogni battaglia con le ombre interne e gli avversari esterni. Due Milano-Sanremo, una Parigi-Bruxelles e la prestigiosissima “Desgrange-Colombo” (ottima antenata del Superprestige e del Protour), lo lanciarono, a soli 24 anni, ai vertici mondiali del ciclismo. Ma dopo il biennio stellare, ad avere il sopravvento fu il suo carattere esuberante, la sua poca disponibilità alla vita da atleta, all’accettazione delle dinamiche di squadra. Nacquero pure delle inimicizie che lo portarono, dapprima, a rompere con la Bianchi di Coppi e Cavanna e, poi, si dice, a dover subire l’ostracismo di costoro, anche quando al biancoazzurro della Bianchi, era subentrato il biancoverde della Lygie. Fra storia e leggenda, sulla sua possibile terza consecutiva vittoria a Sanremo, nel ’54, peserebbe una trattenuta di Giuseppe Favero, un ciclista della sua vecchia squadra. Arrivò poi, nel grigiore del “che fu” o “poteva essere”, il “canto del cigno”, al Giro del Lazio ’55, a soli ventisei anni. Ed a nulla aggiunge il lustro che da quel dì laziale, continuò a vederlo fra i partecipanti alle corse. Un personaggio, Loretto, un personaggio davvero, che andrebbe studiato di più.
Ordine d’arrivo:1° Loretto Petrucci km 54 in 1h35’28” alla media di 33,938 kmh; 2° Vito Ortelli a 3”; 3° Antonio Bevilacqua a 58”.
Napoli: inseguimento dietro motoscooter A Napoli incominciarono le due ore e più di inseguimento a ripetizione. Cinque chilometri dietro scooter, sull’anello dell’Arenaccia, tra coppie di corridori con classifica individuale: spettacolo bello, ma forse troppo lungo. Si impose Kubler, con un magnifico exploit che raffiorzò di una decina di secondi la sua Maglia Rosso-Oro.
Ordine d’arrivo:
1° Ferdi Kubler /Sui) km 5 in 4’57”; 2° Elio Bertocchi a 7”; 3° Nedo Logli a 8”; 4° Renzo Soldani e Guido De Santi a 10”; 6° Luison Bobet (Fra) a 11”.
Classifica generale dopo il secondo giorno:
1° Kubler (Sui); 2° De Santi a 27”; 3° Logli a 1’35”; 4° Bobet (Fra) a 1’38”; 5° Pontisso a 1’43”; 6° Bartali a 1’45”; 7° Petrucci a 4’06”; 8° Soldani a 4’23”; 9° Magni a 5’21” 10 Maggini.
Terza tappa, prima semitappa: Napoli- Latina La frazione si consumò senza particolari sussulti, ma a discreta andatura fino agli ultimi 43 chilometri, quando i corridori si agganciarono ai loro allenatori in motoscooter.
Dopo poco dall’inizio del tratto finale motorizzato, Kubler fu costretto a fermarsi per gravi noie alla ruota libera. L’ammiraglia della sua casa, bloccata come le altre vetture, ritardò e quando la ruota venne cambiata, quasi 5 minuti erano trascorsi. Un margine che metteva in tutta sicurezza De Santi al ruolo di leader, visto che il suo disavanzo dallo svizzero era di soli 27”. Ma quel che avvenne negli ultimi 40 chilometro ebbe dell’incredibile.
Ferdi Kubler che una settimana dopo vincerà Freccia Vallone e il giorno successivo Liegi-Bastogne-Liegi e, più avanti Giro di Romandia, Tour de Suisse e Campionato del Mondo, fece vedere i segni della sua annata di grazia, rimontando con pedalate poderose e impressionanti. Al traguardo di Latina, vinse Bertocchi, con De Santi a 13”, ma a 32”, arrivò sfrecciando proprio Kubler, che salvò per 8” la Maglia Rosso-Oro. Un’impresa magnifica, partorita da un uomo di classe eccelsa.
Sul vincitore.
Elio Bertocchi nacque a Poggio Renatico di Ferrara, il 16 settembre 1919. Morì a Roma il 27 agosto 1971. Passista veloce. Professionista dal 1942 al 1954 con 14 vittorie. Un corridore che aveva doti sul passo notevoli, ma che erano inversamente proporzionali, alla capacità di tenere sulle lunghe salite. Un limite che gli ha precluso una carriera migliore, anche se ha saputo togliersi diverse soddisfazioni. Ferrarese di nascita, ma romano d’adozione, si segnalò da allievo, quando nel 1937 stabilì al Velodromo Appio di Roma, il record dell’ora di categoria, percorrendo 40,578 chilometri. Passato fra i dilettanti, si vide frenata la crescita dall’arrivo della guerra, ma colse nel 1942, prima di passare professionista, il traguardo migliore nella categoria: la Coppa San Geo. Giunto nell’elite, concretizzò subito, vincendo, sempre nel ’42, la Coppa Migliaccio e il Criterium di Ginevra. Finì poi 7° nel “Lombardia”. Nel 1943 non vinse, ma si piazzò con costanza: finì 2° nel Giro del Lazio, nel Giro di Romagna e 3° nel Giro dell’Emilia e nella Torino-Piacenza. Tornò al successo nel ’45, quando conquistò la Coppa Marcovi e il GP Immacolata a Roma. Il 1946 fu il suo anno migliore: vinse due tappe al Giro d’Italia (che chiuse 33°) a Roma ed a Mantova e fece sua la frazione di Pau alla Ronde de France, che fu nell’anno la più importante manifestazione a tappe d’oltralpe. Conquistò poi il GP di Roma, ed i Criterium di Crevalcore e di Viterbo. Al Giro di Lombardia fu di nuovo 7°. Nel 1947, conquistò la tappa di Bari al Giro d’Italia, che chiuse 20°. Fu 4° nella Milano-Modena e provò l’avventura al Tour de France, ma fu costretto al ritiro durante la terza frazione. Nel 1948, andò di nuovo a segno al Giro d’Italia (finito 22°), conquistando la tappa di Brescia. Andò a correre in Spagna, vincendo la quinta tappa del Giro di Catalogna, poi chiuso al 9° posto. La vittoria nella frazione di Latina alla Roma-Napoli-Roma nel 1951, fu il suo canto del cigno. In carriera ha corso per Legnano, Viscontea, Atala e Guerra.
Ordine d’arrivo:1° Elio Bertocchi km 171 alla media di 37,084 kmh; 2° De Santi a 13”; 3° Kubler (Sui) a 32”; 4° Logli a 1’28”; 5° Bobet (Fra) a 1’40”; 6° Maggini.
Terza tappa, seconda semitappa: Latina-Roma L’elettricità con la quale venne dato il via per la Latina-Roma, era giustificata dalla prestazione mostruosa offerta da Kubler. Lo svizzero, inattaccabile se non dai colpi della malasorte, veniva dato da tutti sicuro vincente, anche se il suo vantaggio nella classifica generale era misero. L’ultima frazione presentava la dura salita di Rocca di Papa, temuta da tutti e, probabilmente, l’unico ostacolo “umano” per il leader. Anche se in salita l’elvetico problemi non ne aveva fatto vedere. Poi, si sarebbe giunti alla fase finale di 37 chilometri tutti sul circuito delle Terme di Caracalla, da svolgere dietro gli allenatori su scooter. Partiti alle 15 esatte, la marcia fino a Velletri rappresentò solo un avvicinamento all’inizio dei duri tornanti della salita di Rocca di Papa. Qui dopo un tentativo iniziale di Soldani, scattò Luison Bobet, che scollinò con 1’15” su un drappello composto da Bartali, Soldani, Robic, De Santi, Kubler, Pontisso, Schaer, Moresco, Magni e Logli. S’arrivò al tratto finale delle Terme di Caracalla e il relativo aggancio agli scooter, con la situazione invariata: Bobet aveva saputo resistere all’inseguimento del drappello, senza perdere nulla. Fatto sta che, forse, proprio per lo sforzo antecedente, il transalpino iniziò a perdere colpi, con una pedalata via via più pesante. Da dietro, invece, macinò come una furia i chilometri finali, proprio il leader, l’atteso Kubler. L’elvetico (nella foto accanto dopo la vittoria), raggiunse un esausto Bobet e si lanciò in un assolo che esaltò la folla strabocchevole di Roma. Kubler vinse frazione e manifestazione, lasciando Bartali a quasi due minuti, terzo Robic. La Roma-Napoli-Roma ciclo motoristica aveva incontrato un re.
Sul vincitore.
Nato a Marthalen-Adliswill il 24 luglio 1919, deceduto a Zurigo il 29 dicembre 2016. Professionista dal 1940 al 1957, con 110 vittorie complessive. Alto 1.79, peso forma kg. 77, naso adunco come un uccello da preda, occhi freddi e grigi, ma portamento elegante, disinvolto, furbo. Atleta eccelso e completo, si distinse in tutte le variabili del ciclismo: sul passo, in salita, negli sprint su strada e su pista. Notevole pure come ciclocrossista. Punto debole: la veemenza, che gli costò parecchio nei primi due lustri di carriera. Autentico eroe in patria (è ancora oggi popolarissimo), nonché uno dei massimi testimonial svizzeri, ogni categoria, nel mondo. La sua grandiosità atletica la si vide anche dopo la fine della carriera, quando divenne apprezzato istruttore di sci. Di grande temperamento e di rara potenza realizzò imprese di alto livello. La sua carriera ebbe una svolta decisiva in occasione del Tour de France, da lui vinto nel 1950. Il sunto delle sue più grandi vittorie: Campionati del Mondo su strada 1951; Tour de France 1950; Liegi-Bastogne-Liegi 1951-’52; Freccia Vallone 1951-’52; Bordeaux-Parigi 1953; Campionato di Zurigo 1943; Tour de Suisse 1948-’51; Giro di Romandia 1948-’51; Giro del Nord-Ovest 1943-’49; Campione nazionale 1948-’49-’50-’51-’54; Campione Nazionale Montagna 1941-’42; Campione Nazionale Inseguimento 1940-’41-’42; Campione Nazionale Ciclocross 1945; Roma-Napoli-Roma 1951; Giro del Ticino 1950-‘51-‘52-’54; Attraverso Losanna 1940-’41-’42-’44-’45; G.P. di Prato 1950; Milano-Torino 1956; Vincitore di 8 tappe del Tour de France; 11 tappe al Tour de Suisse; 4 tappe al Giro di Romandia. Vincitore della Classifica a Punti del Tour de France: 1953. Vincitore della Desgrange-Colombo 1950’52-’54. Vincitore del Trofeo Gentil: 1950.
Ordine d’arrivo:1° Kubler (Sui) km 115,200 alla media di 39,572 kmh; 2° Bartali a 1’52”; 3° Robic (Fra) a 2’36”; 4° Pon-tisso a 2’46”; 6° De Santi a 3’11”; seguono: Logli, Moresco Magni, Maggini, Bobet (Fra), Soldani e Petrucci. Si sono ritirati nella Latina-Roma: Leoni, Bevilacqua, Jomaux (Fra) e Conte.
Gran Premio della Montagna di Rocca di Papa: 1° Bobet (Fra); 2° Bartali; 3° Soldani; 4° Kubler (Sui); 5° De Santi.
Classifica Generale finale:
1° Ferdi Kuble (Sui) in 18h21’03”; 2° Guido De Santi a 3’19”; 3° Nedo Logli a 5’50”; 4° Gino Bartali a 6’05”; 5° Pontisso a 6’30”; 6° Luison Bobet (Fra) a 7’30”. Seguono: Maggini, Magni, Petrucci, Soldani, Moresco, Bertoc-chi, Robic (Fra), Salimbeni, Schaer (Sui), Serse Coppi, Corrieri, Ortelli.
Gran Premio della Montagna Classifica Finale: 1° Bartali e Bobet (Fra) punti 9; 3° Soldani e Kubler (Sui) punti 5.
GLI EPISODI PRECEDENTI
Quinta parte: https://cyclingchronicles.it/storici/la-grande-storia-della-roma-napoli-roma-parte-5/
Sesta parte: https://cyclingchronicles.it/storici/la-grande-storia-della-roma-napoli-roma-parte-6/
Settima parte: https://cyclingchronicles.it/storici/la-grande-storia-della-roma-napoli-roma-parte-7/
Ottava parte: https://cyclingchronicles.it/storici/la-grande-storia-della-roma-napoli-roma-parte-8/