Trentesima Edizione 17-20 aprile 1952
Solita festa e gran pubblico, all’arrivo dei corridori in Piazza Colonna per la punzonatura. Dei 32 invitati, si riscontrarono le assenze di Bartali, Corrieri, Petrucci e Logli, ma l’anziano campione toscano, al pari del suo fido compagno di squadra Corrieri, aveva fatto sapere di punzonare solo la mattina della partenza, a causa del viaggio per rientrare da una catena di kermesse svolte in Francia. Petrucci e Logli, invece, furono sostituiti rispettivamente da Zanazzi e Ciolli. Alla punzonatura anche le 40 motociclette, comprese le otto riserve, che avrebbero aiutato i corridori a raggiungere le ormai tradizionali velocità da capogiro. Fra gli allenatori motociclisti, ancora una volta il campione delle corse in moto Masetti (accoppiato a Bartali) e, con lui, anche gli ottimi centauri, Latini (accoppiato a Kubler), Gentili (con Robic) e Pellizzari (con Magni). Le prove svolte nel pomeriggio della punzonatura, dimostrarono che gli scooter, erano in grado di portare i corridori a raggiungere velocità fra i 62 ed i 65 kmh e con punte anche superiori ai 70, come aveva fatto vedere Kubler l’anno precedente sul rettilineo della “Fettuccia” di Terracina. Di primario spessore internazionale in cast partecipante alla manifestazione che, Coppi e Koblet a parte, impegnati a sfidarsi nel concomitante Giro della Svizzera Romanda, presentava degli autentici assi, fra i quali face il suo “ingresso” il belga Constant “Stan” Ockers. Notevole l’impegno organizzativo predisposto dal giornale “Il Tempo”, ancor più decisivo rispetto al sostegno del “Corriere dello sport”. Ed altri giornali guardavano interessati….
Prima semitappa: Roma-Frosinone La frazione iniziò in ritardo di qualche minuto, perché nella confusione dell’adunata al Numidio Quadrato, Fiorenzo Magni, era stato stretto contro la folla, cadendo, ed avevano dovuto cambiare una ruota alla sua bicicletta. La corsa si mosse moderata per la Via Casilina, mantenendosi costantemente con il gruppo compatto. Solo dei momenti di fervore presto sedati dal “tutti insieme”. Il Gran Premio della Montagna di Monte Compatri, dopo 26 chilometri, dove passò in testa con 200 metri di vantaggio, Marcello Ciolli, indi il traguardo a premio di Colleferro, vinto da Ugo Fondelli, furono i momenti di pepe per il gruppo. Anche sullo strappo di Ferentino, nulla di fatto. Inevitabile la volata a ranghi compatti, questa sì assai animata, che vide Luciano Maggini approfittare di una incertezza di Van Steenbergen, favorito e fresco vincitore della Parigi Roubaix, e vincere molto bene su Oreste Conte e sullo stesso campione belga.
Sul vincitore.
![[Immagine: 230px-Luciano_Maggini_2.jpg]](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/36/Luciano_Maggini_2.jpg/230px-Luciano_Maggini_2.jpg)
Nato il 16 maggio 1925 a Seano (FI), ed ivi deceduto il 24 gennaio 2012. Velocista. Alto 1,71 per 67 kg. Professionista dal 1947 al 1957 con 31 vittorie. Un corridore tenace e grintoso, ottimo velocista, con un buon palmares che, per le sue caratteristiche, in epoca odierna lo farebbe campione di segno positivo anche nelle corse a tappe. Già, perché in Luciano, che passa alla storia come un velocista e che ebbe nelle corse di un giorno il suo apice, ci sono anche piazzamenti significativi al Giro, come il 5° posto nell’edizione del 1950. Domanda delle “cento pistole”: sarebbero capaci le odierne ruote veloci, di fare tanto? E poi, ci sono in gruppo oggi dei Coppi, dei Bartali e dei Magni nei Giri? I conformisti direbbero: “ognuno ha la sua epoca!”. Mah… Resta il fatto che nel palmares di questo corridore recentemente scomparso c’è un po’ di tutto e c’è pure la constatazione che, spesso, le sue polveri giunsero bagnate al traguardo, per il grande lavoro o per i tentativi di fuga a monte, senza l’appoggio dei faticatori gregari. Luciano Maggini, iniziò a correre Il 30 agosto 1942, a 17 anni, prendendo la bicicletta del fratello Sergio, poi professionista discreto pure lui, anche se di valore inferiore, che, al tempo, era soldato in Grecia. Luciano vinse quella corsa da allievo, andando in fuga, recuperando per le forature, fino al tentativo decisivo e solitario che lo portò al traguardo con più di tre minuti sugli altri. Passò dilettante nel ’45 e nel ’46 vinse 17 corse, guadagnandosi l’azzurro per i Mondiali di Zurigo, dove chiuse 9°. Poco prima del Lombardia ’47, passò tra i prof ,dove si distinse eccome, segnando la sua epoca come un corridore di primo piano a livello nazionale. Uniche pecche: la non partecipazione al Tour e le poche gare, nel complesso (anche se con vittorie) all’estero. Nel suo palmares spiccano sette tappe al Giro d’Italia e diverse classiche italiane. Vestì due volte la maglia azzurra ai Mondiali su strada, risultando il migliore degli italiani, nel famosa edizione di Valkenburg ’48, 4°, e nel 1949 a Copenaghen, dove finì 17°. In carriera ha corso per la Benotto (1947), la Willier Triestina (1948-’49), la Taurea (1950), l’Atala (1951-’52-’53-’54-’55-‘56) e la Girardengo (1957).
Tutte le sue vittorie. 1947: tappa di Reggio Emilia al Giro d’Italia; tappa di Bagno Casciana al Giro d’Italia; Gran Premio Nizza; Circuito di Reggio Emilia. 1948: tappa di Parma al Giro d’Italia; Giro Campania; Giro del Veneto; Criterium Neuchatel; Circuito di Verona; Circuito di Cascina (PI). 1949: tappa di Sanremo al Giro d’Italia; Gran Premio Induslria e Commercio; Circuito di Ostia; Circuito di Verona; Circuito di Cascina (Pi); Circuito di Firenze; Circuito di Castelfranco Veneto. 1950: tappa di Brescia al Giro d’Italia; tappa di Arezzo al Giro d’Italia; Giro dell’Emilia. 1951: tappa di Bologna al Giro d’Italia; Giro della Provincia di Reggio Calabria; Giro dell’Emilia. 1952: Tappa Frosinone al GP Ciclomotoristico; Giro di Romagna; Gran Premio Industria e Commercio. 1953: Milano-Torino; Giro della Provincia di Reggio Calabria; Gran Premio Massaua-Fossati; Circuito Irnola. 1954: Giro del Veneto.
I suoi migliori piazzamenti. 1948: 2° nel Giro di Toscana; 2° nella Sassari-Cagliari; 3° nel Campionato Italiano. 1949: 2° nel Campionato Italiano; 3° Milano-Modena; 3° nella tappa di Cosenza al Giro d’Italia; 3° nella tappa di Pesaro al Giro d’Italia. 1950: 2° nel Giro del Lazio; 2° nella tappa si l’Aquila al Giro d’Italia. 1951: 2° nel Giro del Veneto; 3° nella tappa di Roma al Giro d’Italia. 1952: 2° nel Giro del Piemonte; 2° nella tappa di Milano al Giro d’Italia. 1953: 2° nel Giro del Veneto; 2° nel GP Industria e Commercio; 2° nella tappa di Roma al Giro d’Italia; 2° nella tappa di Milano al Giro d’Italia. 1954: 3° nella Milano-Torino. 1955: 3° nella Coppa Bernocchi.
Ordine d’arrivo:
1° Luciano Maggini Km 92,300 in 2h35’23” alla media di 35,642 kmh; 2° Oreste Conte; 3° Rik Van Steenbergen (Bel); 4° Wim Van Est (Ned); 5° Renzo Zanazzi; 6° Marcello Ciolli; 7° Giovanni Corrieri; 8° a pari merito e col tempo di Maggini: Kubler (Sui), Ockers (Bel); Bartali; Bresci; Soldani ecc. 31° Bevilacqua a 35”; 32° Crocitorti (Sui).
Seconda semitappa Frosinone-Caserta Prima di iniziare la seconda semitappa della giornata, era in programma una fermata di due ore e mezzo a Frosinone. Saliti in città, i corridori ed il loro assai numeroso seguito, ne approfittarono per fare colazione e rinfrescarsi e, per chi doveva pedalare, affidarsi ai massaggiatori. Alle 15 partenza per Caserta. C’erano da percorrere 78 chilometri in linea, prima dell’aggancio alle motociclette. Animatore incontrastato della fase in linea, il triestino Guido De Santi, che arrivò all’aggancio col suo allenatore, con un minuto e 50 secondi d’anticipo sugli altri. Il tratto motoristico mise le ali a Robic. Magistralmente guidato dall’allenatore Gentili, il piccolo bretone, si gettò per primo alla caccia dei quattro fuggitivi, ovvero De Santi, ed i fuoriusciti dal gruppo nelle ultime fasi in linea: Giancarlo Astrua, Giovanni Roma e Giulio Bresci. In pochi chilometri il francese, seguito ad una cinquantina di metri dal Campione del Mondio e vincitore uscente Ferdi Kubler e da Oreste Conte, riprese e staccò i tre contrattaccanti e davanti a lui restò il solo De Santi. Purtroppo, un guasto alla macchina allenatrice, impedì al triestino di resistere alla controffensiva sferrata contro di lui: la moto del suo allenatore rallentò, fino a fermarsi e quando intervenne lo scooter di riserva, Robic fu su di lui. Dietro lo scatenato “Testa di vetro”, che lasciò prestò De Santi, si scatenò una gran battaglia fra l’iridato Kubler e il campione d’Italia Fiorenzo Magni, autore di un grande ritorno. Robic andò solo al traguardo di Caserta, anticipando Magni di poco più di un minuto, mentre per il terzo gradino del podio di frazione, si poté assistere ad un bel ritorno del belga Ockers, che rimontò un Kubler in gran difficoltà. Con la vittoria, il corridore bretone, conquistò anche la Maglia Rosso-Oro di leader.
Ordine d’arrivo:
1° Jean Robic km 126 in 2h59’35” alla media di 42,297 kmh; 2° Fiorenzo Magni a 1’05”; 3° Stan Ockers a 2’21”; 4° Ferdi Kubler a 2’29”; 5° Rik Van Steenbergen a 2’40”; 6° Gino Bartali a 3’14”; 7° Luigi Casola a 3’55”; 8° Guido De Santi a 4’; 9° Renzo Zanazzi a 4’13”; 10° Wim Van Est a 4’13”….32° (ultimo) Ugo Fondelli a 13’05”.
Note: il ritardo di Fondelli fu dovuto al fatto che il suo allenatore, Luisetto, investì un cane con la moto, riportando ferite al capo che lo fecero ricoverare con prognosi riservata all’ospedale.
Classifica Generale dopo la prima giornata:
1° Robic in 5h34’58”; 2° Magni a 1’05”; 3° Ockers a 2’21”; 4° Kubler a 2’29”; 5° Van Steenbergen a 2’40”; 6° Bartali a 3’14”; 7° Casola a 3’55”; 8° De Santi a 4’; 9° Zanazzi e Van Est a 4’13”.
Terza semitappa: Caserta-Salerno Una frazione dura, condotta a gran ritmo e densa di spunti. Bellissima, ma rovinata nello Stadio di Salerno, sede d’arrivo. Un vincitore, che è quello che voleva la tanta gente, Bartali, ma a vincere non sarebbe stato lui, bensì Toni Bevilacqua, se solo si fosse vissuto un epilogo basato sulla normalità. Ad aprire le ostilità di corsa fu Roma, seguito successivamente da Astrua, Ciolli, Bevilacqua e Baroni. Il quintetto, ad Avellino, dopo 50 km, vantò un vantaggio di 3’30”. Sulla dura salita di Dentacane, lunga 7 km, i battistrada si sgranarono, ed i cima passò Astrua, con 28” di vantaggio su Ciolli, 51” su Baroni, 1’ su Bevilacqua , 1’20” su Roma e, dietro, a 4’36”, passò uno scatenato Gino Bartali. L’inseguimento di “Ginettaccio” sembrò a lungo quello dei giorni migliori. Guadagnò costantemente su chi era davanti e fu un punto di riferimento importante per le avanguardie del gruppo. Fra i battistrada mollarono Baroni e Roma, e Bartali vide compiersi l’incredibile rimonta a 35 chilometri dal termine. Successivamente, sui quattro di testa, rientrarono anche Magni, Robic, Ockers e De Santi. Quando ormai si pensava ad una volata fra gli otto di testa, Toni Bevilacqua se la filò in maniera perentoria. Con un vantaggio sicuro, entrò primo nello Stadio di Salerno, dove avrebbe dovuto percorrere (si fa così in tutte le corse, ed in tutti i paesi) la distanza per giungere sotto lo striscione e, poi un successivo intero giro di pista. Ma appena Bevilacqua passò la prima volta il traguardo, si senti gridare: “Ferma, ferma!” – perché stavano entrando gli altri. Toni ebbe il torto di non sfondare il cordone di persone che gli si era parato davanti per fare ala ai sopraggiunti, fu preso in mezzo alla folla in delirio nel vedere Bartali prendere la testa ed iniziare la volata e rimase lì, fermo, credendo che tutto fosse finito. La giuria non poteva non applicare il regolamento e, agli effetti dei premi di tappa, considerarlo ultimo arrivato del suo gruppo. Vinse così Bartali, per la gioia incontenibile del tanto pubblico presente nell’impianto.
Sul vincitore.
Nato a Ponte a Ema (Firenze) il 18 luglio 1914, deceduto a Firenze il 5 maggio 2000. Completo. Alto 1.70 per 68 kg di peso. Al quinto anno delle elementari il padre Torello, lo convinse a “lavorare” nelle ore pomeridiane (senza trascurare gli studi), presso una officina di biciclette di un vicino di casa, Oscar Casamonti. E fu proprio quest’ultimo che lo avviò alla carriera ciclistica. Cominciò a correre nel 1931: disputò undici gare e ne vinse tre, mentre nelle altre si piazzò sempre tra i primi. Dilettante nel 1933, in 29 gare disputate, furono 16 le vittorie e 7 i secondi posti. L’anno dopo, diventò Campione toscano, ma una grave caduta gli pregiudicò la stagione. Chiuse con 15 successi e 5 secondi posti. L’esordio tra i professionisti avvenne proprio nella Milano-Sanremo del 1935, che, per poco, non vinse. Concluse la carriera il 10 ottobre del 1954, nel circuito di Cologno Monzese.
Diciannove anni di attività, con un bilancio di 124 successi. Portò a termine 836 gare e percorse oltre 150 mila chilometri. Gino Bartali, religioso e militante nell’Azione Cattolica, reagì coraggiosamente alla morte del fratello Giulio, avvenuta nel 1936 in un incidente di gara. Una splendida carriera, ricca di prestigiosi successi, purtroppo priva di una Maglia Iridata, tra l’altro ampiamente meritata. Una clamorosa impresa al Tour de France 1948, in concomitanza con l’attentato a Togliatti. Il suo successo in terra transalpina attenuò la tensione e spostò l’attenzione sulla impresa del campione toscano, che, a distanza di dieci anni, si aggiudicò nuovamente la Grande Boucle.
Ecco i suoi principali successi: 11 gare a tappe: 3 Giri d’Italia (1936 – 1937 – 1946); 2 Tour de France (1938-1948); 2 Giri della Svizzera (1946-1947); Giro dei Paesi Baschi (1935); Giro Romandia (1949); G.P. Reus (1935); Giro Quattro Province (1945); 36 gare in linea: 5 Giri di Toscana (1939-1940-1948-1950-1953); 4 Campionati italiani (1935-1937-1940-1952); 4 Milano-Sanremo (1939-1940-1947-1950); 3 Giri di Lombardia (1936 – 1939 – 1940); 3 Giri del Piemonte (1937-1939-1951); 2 Giri Campania (1940-1945); 2 Campionato Zurigo (1946-1948); 2 Giri Emilia (1952-1953); Coppa Bernocchi (1935); Tre Valle Varesine (1938); Trofeo Matteotti (1946); Giro Prov. Reggio Calabria (1952); G.P. Impero (1939); 6 prove a cronometro (5 Giri Provincia di Milano: 1936-1938-1939-1940-1942); 47 tappe di Giri (17 Giro d’Italia; 12 Tour de France; 6 Giro Svizzera); 24 circuiti; 50 giorni in maglia rosa (15 partecipazioni); 20 giorni in maglia gialla (8 partecipazioni); 7 GPM al Giro e 2 al Tour. Fu chiamato “l’uomo di ferro”.
Ordine d’arrivo:
1° Gino Bartali km 140 in 3h51’01” alla media di 39,494 kmh; 2° Stan Ockers (Bel); 3° Mario Baroni; 4° Giancarlo Astrua; 5° Marcello Ciolli; 6° Guido De Santi; 7° Fiorenzo Magni; 8° Jean Robic (Fra), tutti con lo stesso tempo di Bartali; 9° Antonio Bevilacqua a 29”; 10° Giovanni Corrieri; 11° Wim Van Est (Ned) a 2’01”; 12° Rik Van Steenbergen (Bel) a 4’57; 13° Luigi Casola a 7’; 14° Ivo Baronti; 15° Renzo Soldani.
Classifica Generale:
1° Jean Robic (Fra) in 9h25’59”; 2° Fiorenzo Magni a 1’05”; 3° Stan Ockers (Bel) a 2’21”; 4° Gino Bartali a 3’14”; 5° Guido De Santi a 4’; 6° Antonio Bevilacqua a 4’42”; 7° Giancarlo Astrua a 5’40”; 8° Wim Van Est (Ned) a 6’14”; 9° Giovanni Corrieri a 6’29”; 10° Marcello Ciolli a 7’26” 11° Rik Van Steenbergen (Bel) a 7’37”; 12° Ferdi Kubler (Sui) a 9’29”.
Quarta semitappa: Salerno-Napoli In una giornata avara di proposte, solo due semitappe, tutte incentrate su Napoli, con la pista dell’Arenaccia protagonista dell’epilogo della prima e teatro della seconda. Veloce la Salerno-Napoli di soli 56 chilometri, ma vissuta all’insegna del gruppo compatto. Ed infatti tutto il bello della frazione si consumò sulla pista napoletana dove emerse, con una rimonta mozzafiato, quel gran corridore che rispondeva al nome di Rik Van Steenbergen.
Sul vincitore.
Rik Van Steenbergen nacque ad Arendonk il 9 settembre 1924, deceduto ad Anversa il 15 maggio 2003. Professionista dal 1943 al 1966 con 303 vittorie su strada e 664 su pista. Complessivamente in carriera (categorie minori e prof) ha vinto 355 corse su strada e 715 su pista.
Tutte le sue vittorie su strada:
1939 – Debuttante senza licenza: 1 vittoria a Morkhoven
1940 – Debuttante senza licenza: 10 vittorie
1941 – Debuttante senza licenza:10 vittorie
1942 – Debuttante con licenza e Dilettante: 31 vittorie
1943 – Professionista Individuale: 17 vittorie (Campionato del Belgio, Campionato Belga Interclubs, Campionato delle Fiandre, Bruxelles (2 criterium diversi), Charleroi, Eke, Erpe-Mere, Herk-de-Stad, Herstal, La Louvière, Lebbeke, Liège-Coron-meuse, Mol, Niel, Oedelem, Waregem).
1944 – Trialoux-Wolber: 5 vittorie (Giro delle Fiandre, Circuit des Regions Flamandes, Charleroi, Liège, Verviers).
1945 – Mercier-Hutchinson: 11 vittorie (Campionato del Belgio, Charleroi, Heusden, La Louvière, Mol (2 crit. diversi), Neerpelt, Nieuwerkerken, Retie, Bruxelles-Ingooigem, St.Trond-Waregem).
1946 – Mercier-Hutchinson: 16 vittorie (Giro delle Fiandre, Circuit des 4 Cantons, Bruxelles, Genève, Chaux-de-Fonds, Lo-sanne, Marchienne-au-Pont, Neuchatel, Retie, St Gall, Schoenerwerd, Terkmerenbos, Turnhout, Waregem, Westerlo, Zurigo).
1947 – Mercier-Hutchinson: 11 vittorie (Anvers, Bruxelles (3 criterium diversi), Grobbendonk, Rocourt, Tessenderlo, Turnhout, Zwijndrecht, G.P de Soignies, 4a tappa del Giro di Lussemburgo).
1948 – Metropole-Dunlop/Mercier-Hutchinson: 13 vittorie (Parigi-Roubaix, Circuit des 3 Provinces, Criterium des As, Charleroi, Jumet, Kesselo, Overpelt, St Niklaas, Stabroek, Tournai, Turnhout (2 criterium distinti), Criterium d’Assenede).
1949 – Mercier-Hutchinson: 14 vittorie (Campionato del Mondo, Freccia Vallone, Barvaux, Berlaar, Bruxelles, Charleroi, Croise-Laroche, Halluin, Houthalen, Malines, Paturages, Giro del Limburgo, 12a e 21a Tappa del Tour de France).
1950 – Mercier-Hutchinson/Girardengo: 11 vittorie (Parigi-Bruxelles, Bordighera, Kortrijk, Mortsel, Oud God, Renaix, Saint-Amand les Eaux, Hertogenbosch, Criterium de Brasschaat, G.P de l’Echo d’Oran, G.P d’Europe Lyon).
1951 – Mercier-Hutchinson/Girardengo/Condor: 14 vittorie (2a, 4a, 7a tappa del Tour dell’Ovest, Tour dell’Ovest, Bale, Maubeuge, Recanati, Redon, Saint-Méen le Grand, Zonhoven, Freccia Hesbignonne, G.P d’Europe Lyon, 1a e 15a Tappa del Giro d’Italia).
1952 – Mercier-Hutchinson/Girardengo-Clement: 19 vittorie (Parigi Roubaix, 1a, 8a, 12a, 13a tappa del Giro d’Argentina, Giro d’Argentina, Criterium des As, Circuit de l’Aulne, Amiens, Charlieu, Jambes, Jemeppe, Recanati, Roue d’Or, 4a tappa della Roma-Napoli-Roma, 6a, 9a, 10a Tappa del Giro d’Italia, 1a Tappa del Tour de France).
1953 – Mercier-Hutchinson/Girardengo: 8 vittorie (Haumont, Lille, Pleurtuit, Troyes, Roue d’Or Daumesnil, Circuit du Tregor, Criterium di Lokeren, 9a Tappa del Giro d’Italia).
1954 – Mercier-Hutchinson/Girardengo-Eldorado: 14 vittorie (Campionato del Belgio, Milano Sanremo, Alessandria, Arendonk, Bale, Roue d’Or Daumesnil, Turnhout (2 criterium diversi), Criterium di Bruxelles, Criterium de Virton, 5a, 16a, 17a, 22a Tappa del Giro d’Italia).
1955 – Girardengo-Eldorado/Elve: 14 vittorie (Campione Provinciale Interclubs, Circuit Limbourg, Anvers, Auch, Bale, Bruxelles, Ede, Peer, St Mi-chiels, Barvaux, Turnhout, Woluwé, Criterium des As, G.P de Vayrac, 16a Tappa del Tour de France).
1956 – Elve-Peugeot/Girardengo-Icep: 19 vittorie (Campionato del Mondo, Circuit du Limbourg, Berlare, Hanret, Lokeren, Turnhout, Virton, Zingem, Roue d’Or (con Stan Ockers), Aacht van Chaam, Criterium de Woluwé, Classifica a Punti, 1a, 7a, 8a, 11a, 14°, 17a Tappa della Vuelta di Spagna, 8° tappa del Tour dell’Ovest).
1957 – Peugeot-BP/Elve-Peugeot–Marvan/Cora: 26 vittorie (Campionato del Mondo, Criterium des As, Anvers, Chambery, Dendermonde, Elisabethville, Hanret, Herentals, Leopoldville, Londerzeel, Mellebeke, Namur, Ruisbroek, Turnhout, Wavre, Willebroek, 3a tappa della Tre Giorni di Anversa, Bertrix, G.P de Vayrac, 1a e 5a tappa della Roma-Napoli-Roma, 1a, 11a, 17a, 20a, 21a Tappa del Giro d’Italia).
1958 – Elve-Peugeot–Marvan: 19 vittorie (Freccia Vallone, 1° tappa del GP Bali, GP Bali, Aalst, Aarschot, Arlon, Brest, Chambery, Charleroi, Chateau-neuf, Hanret, 2° prova della Montignies-en-Goelle, Montignies-en-Goelle, Saint-Pierre le Moutier, Sallanches, Woluwé, Aacht van Chaam, Critérium des As, 4a tappa del Giro d’Olanda).
1959 – Elve-Peugeot/Peugeot-BP-Dunlop: 18 vittorie (Campionato del Belgio Interclubs, Campionato provinciale interclubs, Aalst, Amiens, Bersele, Brasschaat, Charleroi, Cremona, De Panne, Genere, Halle, Hanret, Heldesheim, Leuze, Locarno, Louvain, Zandhoven, 3a tappa del Tour dell’Ovest).
1960 – Peugeot-BP-Dunlop: 12 vittorie (Campionato provinciale Interclubs, Aalst, Dendermonde, Deurne, Eizer, Hanret, Londerzeel, Mol, Neuvic, Overijse, Vergt, Aacht van Chaam).
1961 – Solo-Van Steenbergen: 17 vittorie (Campionato del Belgio Interclubs a cronometro, Campionato provinciale Interclubs, Circuit des 11 villes, Bourcefranc, Bree, Daumesnil, De Panne, Dendermonde, Houthalen, Knokke, Riom, Rodez, Saint-Macaire, St Niklaas, Tongres, Turnhout, Woluwé).
1962 – Solo Van Steenbergen: 10 vittorie (Campionato del Belgio Interclubs a cronometro, Bourcefranc, De Panne, Dendermonde, Deurne, Lokeren, Made, Pleslin, Riom, Zwijndrecht).
1963 – Solo Terrot: 3 vittorie (Arendonk, Herentals, Lokeren).
1964 – Solo Superia: 1 vittoria (Baracaldo).
Ordine d’arrivo:
1° Rik Van Steenbergen (Bel) km 56 in 1h23’08” alla media di 40,418 kmh; 2° Alfo Ferrari; 3° Oreste Conte.
Quinta semitappa: 10 giri dell’Arenaccia dietro allenatori Programma della prova, dieci giri a tempo, della pista dell’Arenaccia, gremita da un pubblico strabocchevole, pari a 6 chilometri, dietro allenatori in motoscooter. Come era facile prevedere, visto lo stato di forma e la riconosciuta abilità in questo genere di corse, la frazione “meccanizzata”, ha visto prevalere il bretone Jean Robic. Egli ha avuto modo di affermare nuovamente la sua grande capacità di tenere il rullo e di “coprirsi”, vista la minuta statura, dietro il pilota della motocicletta. Aspetto sempre più importante col raggiungimento delle alte velocità. Al termine dell’esame, il cui responso era dato, come detto, dal cronometro, “Testa di vetro” è risultato il corridore che ha impiegato minor tempo a coprire la distanza, impiegando 6 minuti e 5 secondi, pari ad una velocità media di 59 chilometri e 178 all’ora! Una velocità ancor più notevole in considerazione dello stato della pista. Robic, col successo ha così incrementato il suo vantaggio in classifica generale.
Ordine d’arrivo:
1° Jean Robic (Fra) in 6’05” alla media di 59,178 kmh; 2° Fiorenzo Magni a 8”; 3° Ferdi Kubler (Sui) a 14”; 4° Stan Ockers (Bel) a 15”.
Classifica Generale dopo la seconda giornata:
1° Robic (Fra) in 10h55’12”; 2° Magni a 1’13”; 3° Ockers (Bel) a 2’36”; 4° Bartali a 3’33”; 5° De Santi a 4’23”; 6° Bevilacqua a 5’18”; 7° Van Est (Ned) a 6’33”; 8° Corrieri a 6’49”; 9° Van Steenbergen (Bel).
Sesta semitappa: Napoli-Latina In questa semitappa, l’episodio cardine si consumò poco prima dell’aggancio con i motoscooter, in quel di Terracina, a circa 45 chilometri dal termine, di cui 43 da percorrere dietro allenatori. Il leader Robic si fermò a fare un bisogno. Lo attesero i compagni e la ripartenza, prima dell’aggancio coi motoscooter, evidenziò un ritardo di “Testa di vetro” di circa 300 metri dalla testa del gruppo. In condizioni normali, nulla di particolarmente allarmante, ma in quel caso si concentrarono due situazioni negative per il bretone: l’attacco dell’iridato Kubler davanti, voglioso di vincere almeno una tappa e la sua condizione non brillante. Fatto sta che Robic non riuscì a rimediare il disavanzi che andò via via allargandosi e nella lotta per la tappa emerse un grande Stan Ockers che seppe tenere la lunga sfuriata del Campione del Mondo, per poi staccarlo decisamente nel finale. Chi guadagnò più di tutti da ciò che si era creato, fu però Fiorenzo Magni. Al traguardo, Ockers arrivò solo con quasi un minuto su Kubler e 1’07” sul “Leone delle Fiandre” Fiorenzo, il quale per una manciata di secomndoi conquistò la maglia rosso-oro di leader, con 15” di vantaggio su Ockers e 34’ su Robic, giunto al tragiardo di Latina con 2’55” di ritardo dal corridore belga.
Sul vincitore.
Nato a Borgerhout (Belgio) il 3 febbraio 1920. Alto 1.70, peso forma kg. 66. Deceduto a Merksem l’1 ottobre 1956. Professionista dal 1941 al 1956 con 75 vittorie su strada e 6 primarie su pista. La regolarità di rendimento e la disponibilità alla lotta, gli hanno permesso di ottenere grandi risultati. Sostenuto da un temperamento aggressivo e da una tenacia ammirevole, si è espresso meglio nella seconda parte della carriera, tragicamente conclusa per una banale caduta mentre correva sulla pista di casa, ad Anversa, che gli procurò la frattura del cranio e, due giorni più tardi, la morte. È stato soprattutto in virtù del suo coraggio che ha potuto godere di una grande popolarità in Patria e fuori. Persino l’adolescente Eddy Merckx fu un suo tifoso. Alla grinta comunque onesta in gara, accoppiò un carattere gioviale, una grande gentilezza nel quotidiano ed un comportamento sempre signorile. Sensazionali talune sue vittorie, come la Freccia Vallone 1953, la doppietta il 30 aprile e il Primo maggio 1955 quando trionfò nuovamente nella Freccia Vallone e nella Liegi Bastogne-Liegi e lo strepitoso successo nel Campione Mondiale di Frascati sempre nel 1955. Ha vinto tante altre importanti classifiche e tappe di giri. Ha preso parte ad otto Tour de France, due volte primo nella classifica a punti, nonché due volte secondo nella generale finale: nel 1950, alle spalle di Kubler e nel 1952 dietro a Fausto Coppi. Ha partecipato due volte al Giro d’Italia: fu 6° sia nel ’52 che nel ’53; tre volte a quello della Svizzera (fu 2° nel ’55 e 3° nel ’47) Di nota anche i successi nel Giro del Belgio 1948 e nel GP de l’Escaut nel 1941 e ’46, ed il dominio nel GP Ciclomotoristico delle Nazioni nel 1956. Tantissimi i piazzamenti di prestigio. Ha vinto 4 Seigiorni, la Ruota d’Oro, ed è stato Campione Belga nell’Americana (con Van Steenbergen) nel ’55. Un grande corridore davvero.
Tutte le sue vittorie sui strada.
1941 (Individuale): 3 vittorie (GP de l’Escaut; Criterium Stekene; Campionato Provinciale di Anversa). 1942 (Helyett): 2 vittorie (Criterium di Genk; GP Ruddervoorde). 1946 (Métropole-Dunlop): 8 vittorie (GP de l’Escaut; Bruxelles-Saint-Trond; Campionato Provinciale di Anversa; Criterium d’Ekeren; Criterium Lint; Criterium Broechem; Criterium Bornem; Criterium Heist-op-den-Berg). 1947 (Gro-ene Leeuw & Mondia): 2 vittorie (Campionato del Belgio per Club; Criterium Helchteren. 1948 (Garin-Wolber & Mondia): 2 vittorie (Giro del Belgio; Criterium Paturages). 1949 (Garin-Wolber & Mondia): 6 vittorie (4a tappa del Tour de France; Criterium Bruxelles; Criterium Seraing ; Criterium Peer; Criterium Hasselt; Criterium Turnhout. 1950 (Terrot & Deba): 10 vittorie (4a tappa del Tour de France; Criterium Gemloux; Criterium Aartrijke; Criterium Namur; Criterium Herve; Criterium Hautmont; Criterium Bourg-en-Bresse; Circuito di Busto Arsizio; Criterium Gand; Criterium Bruxelles). 1951 (Terrot, Girardengo & Deba): 1 vittoria (Criterium Goes). 1952 (Peugeot-Dunlop & Girardengo): 3 vittorie (4a tappa Roma-Napoli-Roma; 3a tappa Giro d’Argentina; Criterium Bruxelles). 1953 (Peugeot & Girardengo): 8 vittorie (Freccia Vallone; 4a tappa Roma-Napoli-Roma; Criterium Wavre; Criterium Chalon; Criterium Anversa; Criterium Frameries; Criterium Liegi; Criterium Deurne). 1954 (Peugeot & Girardengo): 4 vittorie (11a tappa del Tour de France; Criterium Brasschaat; Criterium Jambes; Criterium Verviers. 1955 (Elvé-Peugeot): 13 vittorie (Campionato del Mondo; Liegi-Bastogne-Liegi; Freccia Vallone; Desgrange-Colombo; Trofeo Gentil; Classifica a Punti del Tour de France; Week End delle Ardenne; Criterium Beverlo; Criterium Tournai; Criterium Bertrix; Criterium Gand; Criterium Lokeren; Criterium Cavaillon). 1956 (Elvé-Peugeot): 13 vittorie (19a tappa del Tour de France; Classifica a Punti del Tour de France; Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni; 5 tappe del Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni; 5a e 9a tappa del Dauphiné-Libéré; Criterium Willebroek; Criterium Huy; Criterium Loverval.
Ordine di arrivo:
1° Stan Ockers (Bel) Km 174 in 4h39’50” alla media di 37,307 kmh (il tratto di 43 km dietro motocicletta Terracina-Latina è stato da lui coperto alla media di km. 63,616!); 2° Ferdi Kubler (Sui) a 35″; 3° Fiorenzo Magni a 1’07”.
Classifica Generale:
1° Magni; 2° Ockers (Bel a 16”; 3° Robic (Fra) a 34”
Settima semitappa: Latina-Roma Una frazione dura, con un settore in linea di 88 chilometri, su un percorso molto accidentato, con le salite di Rocca di Papa e quella di Castelgandolfo; indi il tratto finale di 40 chilometri dietro motoscooter che, una volta in Roma, avrebbe proposto un circuito sui viali della Passeggiata Archeologica. La tappa fu deludente nella fase in linea, nonostante le salite impegnative. Solo nella discesa di Castelgandolfo, si registrò il tentativo di Ivo Baronti che giunse ad essere il primo ad agganciarsi al motoscooter, ma solo dopo un chilometro dietro all’allenatore, fu ripreso. Lì iniziò una lotta sul filo dei 60 all’ora, che entusiasmò il pubblico (40.000 persone) accorso sul circuito finale, da percorrere 20 volte. Rapido, audace, volitivo, il piccolo Giancarlo Astrua, fu il primo ad attaccare, poi un continuo susseguirsi di accelerazioni, con Robic, Ockers e Magni a giocarsi la vittoria di tappa e finale. “Testa di vetro” attaccò con lo spirito di rivincita che gli si riconosceva, ma al sedicesimo giro fu ripreso da Magni e Ockers e poi staccato, anche se di poco. Il duello finale vide Magni, nel tripudio della folla, avvicinarsi alla scia del belga per poi superarlo nel corso dell’ultimo giro e tagliare il traguardo per primo, con una trentina di metri di vantaggio sul grande avversario. Il “Leone delle Fiandre” vinse così la Roma-Napoli-Roma e fu acclamato come un eroe.
Sul vincitore.
Fiorenzo Magni nacque a Vaiano di Prato (Firenze) il 7 dicembre 1920, deceduto a Monza il 19 ottobre 2012. Alto 1,83 peso forma kg 76. Sposato con Liliana Calò; due figlie, Tiziana e Beatrice. Definito il terzo uomo del ciclismo italiano, dopo Bartali e Coppi, ha sempre gareggiato con grande coraggio e senso tattico. Forte passista, tenace ed in possesso di una notevole forza di volontà, ha saputo emergere in ogni campo, conquistando tre Giri d’Italia, tre titoli nazionali, tre Giri delle Fiandre, tre Giri del Piemonte, tre Trofeo Baracchi ed altre importanti e prestigiose corse. Restano leggendarie le tre vittorie consecutive ottenute al Giro delle Fiandre, quasi da isolato, nella più difficile delle classifiche fiamminghe. Definito “il leone delle Fiandre” per questo, Fiorenzo riuscì a conquistare l’affetto delle folle anche per l’aggressività costante, il coraggio nell’affrontare le più rischiose discese, per recuperare il terreno perduto in salita e l’insaziabile desiderio di primeggiare. Un bottino anche nelle vittorie parziali, contraddistinto da una ventina di tappe (sei al Giro, sette alTour, tre alla Vuelta). Ventiquattro giorni in Maglia Rosa e nelle sue 9 volte Maglia Gialla ci fu quella di St. Gaudens nel 1950, quando, nel rispetto delle decisioni di Bartali, rientrò in Italia, per evitare il clima ostile createsi contro gli italiani al Tour. Nelle ultime stagioni, si batté a favore delle sponsorizzazioni nel ciclismo, con eccellenti risultati. Infatti portando la Nivea al pedale, creò una “prima” storica. Ha poi conservato posizioni di rilievo in campo dirigenziale, sostenendo la necessità di una Lega Professionistica, di cui è stato anche Presidente. Fu poi Commissario Tecnico della Nazionale e Presidente dell’Associazione Corridori, indi Presidente dell’Associazione Atleti Azzurri d’Italia. Professionista dal 1941 al 1956 con 78 vittorie. In sintesi: 3 Giri d’Italia (1948-1951-1955); 3 Giri delle Fiande (1949-1950-1951); 3 Campionati nazionali (1951-1953-1954); 2 Roma-Napoli-Roma (1952-1953); 3 Giri del Piemonte (1942-1953-1956); 2 Giri di Toscana (1949-1954); 2 Giri del Lazio (1951-1956); 2 Giri di Romagna (1951-1955); 2 Milano-Modena (1954-1955); Tre Valli Varesine (1947); Milano-Torino (1951); Sassari-Cagliari (1953); Giro del Veneto (1953); Orvieto-Roma (1941); 19 tappe di Giri; 2 Giri Provincia di Milano (crono a coppie con Ortelli 1940; con Servadei 1943); 3 Trofeo Baracchi (con Grosso 1949 – con Bevilacqua 1950; con Minardi 1951); 17 Criterium; 24 giorni in Maglia Rosa; 9 giorni in Maglia Gialla.
Ordine di arrivo:
1° Fiorenzo Magni Km 128 in 3h22’55” alla media di 37,848 kmh (il tratto di 40 km circa, dietro motociclette alla Passeggiata Archeologica, è stato da lui coperto in 45’27”, alla media di km. 52.805 kmh); 2° Stan Ockers (Bel) a 2″; 3° Jean Robic (Fra) a 38″; 4° Gino Bartali a 1′.
Classifica Generale Finale:
1° Fiorenzo Magni in 19h00’17”; 2° Stan Ockers (Bel) a 18″; 3° Jean Robic (Fra) a 1’12″; 4° Gino Bartali a 4’58”; 5° Guido De Santi a 7’04”; 6° Giancarlo Astrua a 8’47”; 7° Ferdi Kubler (Sui) a 9’29”.
Maurizio Ricci detto Morris