Roberto Chiappa in carriera è stato uno degli ultimi grandi velocisti della tradizione italiana: quattro partecipazioni olimpiche, ventuno vittorie in Coppa del Mondo (l’italiano con più successi in questa competizione), quarantanove titoli nazionali e tre maglie iridate nelle discipline veloci. Abbiamo raccolto i pensieri dell’ex sprinter ternano – oggi direttore del Velodromo di Dalmine e coordinatore del settore pista lombardo – riguardo il round d’apertura della UCI Track Nations’ Cup, l’ex Coppa del Mondo, fondamentale per qualificarsi ai Mondiali di Saint-Quentin-en-Yvelines.
Cominciamo dall’Inseguimento a Squadre maschile, prestazione non entusiasmante del quartetto azzurro.
Gli italiani hanno fatto una grande qualifica con 3:52.379, il miglior tempo, schierando Lamon, Bertazzo, Consonni e Ganna, quindi il quartetto ideale senza Milan che sapevamo non esserci. Poi, in semifinale con la Gran Bretagna, Ganna è stato risparmiato – sicuramente era stanco dalla Parigi-Roubaix – ed è stato sostituito con Scartezzini e purtroppo non sono riusciti a passare il turno: la Gran Bretagna è stata più compatta. Nella finale per il terzo posto, invece, si sono scontrati con la sorprendente Danimarca, che schiera un quartetto molto giovane, con anche un 2003 (Carl-Frederik Bévort, ndr.). I danesi, che in questa specialità sono sempre stati un punto di riferimento, sono riusciti a fare un cambio generazionale immediatamente dopo le Olimpiadi di Tokyo, ma nonostante tutto sono stati subito competitivi e giovedì si sono presi questo brillantissimo bronzo nei confronti dell’Italia, che schierava Ganna, ma si è disunita.
Boscaro e Lamon hanno ottenuto rispettivamente il quinto e il sesto posto nel Chilometro a cronometro, un ritorno alle origini per i due inseguitori
Gli italiani sono andati bene in questa specialità, che a mio avviso è per uomini prettamente veloci, ma che negli ultimi tempi è colpita da questa tendenza di far correre i ragazzi più rapidi dell’endurance. Però alla fine vincono sempre gli sprinter puri. Lamon e Boscaro fanno comunque registrare ottimi tempi, ma per vincere il Chilometro ai Mondiali bisogna scendere sotto il minuto. Nonostante tutto, Marco Villa sta investendo su questi due ragazzi – specializzati nell’inseguimento – con buoni risultati e – a mio avviso – lo stesso Boscaro è il sostituto naturale di Lamon per lanciare il quartetto nei prossimi anni.
Kelsey Mitchell e Mathilde Gros dominano, mentre Emma Hinze assiste da casa. La Germania della velocità femminile deve avere paura?
Senza dubbio Mitchell può insidiare Hinze nei prossimi anni. A livello tecnico ha fatto vedere il gesto più performante della Coppa del Mondo, facendo registrare un 10.381 nei 200 metri lanciati in una pista non velocissima come quella di Glasgow. Mitchell peccava sempre di tatticismo, ma questo weekend ha dominato il torneo della velocità facilmente. Adesso è pronta per vincere il Mondiale, se correrà bene difficilmente le tedesche riusciranno a batterla, fino a cinque anni fa giocava a calcio – è ancora acerba – ma ha tutte le capacità per essere dominante nelle prossime stagioni. Gros invece viene dal basket, spinge grandi rapporti, e anche lei non riesce a gestire bene la gara e – a volte – è un po’ impacciata, ma potenzialmente può vincere tutto e battere chiunque.
Viviani stratosferico nell’Eliminazione, quali sono le tue considerazioni sulla gara in questione?
Elia non era in grande spolvero in questa Coppa del Mondo, ma l’Eliminazione è la sua gara fin da quando è piccolino. Credo sia il corridore perfetto per questa disciplina, pur non essendo in grande condizione. È il più forte e lo ha dimostrato con grande autorevolezza. Mi ha sorpreso molto Tim Torn Teutenberg (terzo nell’Eliminazione, ndr.), è un grande atleta, addirittura classe 2002, assieme a Bévort è il più promettente in pista. Ancora gli manca il mestiere di Elia, ma è veramente talentuoso e sarà uno dei più forti alle Olimpiadi di Parigi.
Vece ricomincia da una medaglia d’argento, ma ora deve prendersi Parigi
Miriam bravissima, ha fatto registrare una buona prestazione, anche se non al livello dei suoi migliori tempi, ma come prima prova di Coppa del Mondo non è per niente male. Vece rimane sempre una ragazza da medaglia ai Mondiali nei 500 metri, lo ha dimostrato due anni fa a Berlino. Lei vive in Svizzera, è stata un scelta federale mandarla al Centro del Ciclismo Mondiale UCI, dove è allenata dal grande Craig MacLean e sta ottenendo buoni risultati. Ma penso che rimanendo in Svizzera, allenandosi quasi da sola, farà fatica a qualificarsi alle Olimpiadi nel Keirin o nello Sprint. Ha bisogno di un gruppo di lavoro dove cimentarsi giornalmente contro le donne; dalla mia esperienza posso dire che il velocista ha bisogno di competitività in allenamento. Quando correvo io c’erano Paris, Golinelli, Ceci e tanti altri, un gruppo di lavoro dove ci scontravamo tutti i giorni, quindi – quando andavo in gara – sapevo il mio valore: è questo quello che in questo momento manca a Miriam Vece e secondo me l’Italia ha il dovere di costruirgli attorno proprio un gruppo di lavoro.
Consonni-Scartezzini, intesa perfetta nella Madison. Sono loro gli uomini giusti?
Marco Villa è stato veramente bravo a trovare la coppia migliore, d’altronde è stato un grande della Madison. Consonni-Scartezzini credo siano i migliori che l’Italia possa schierare in questo momento. Sono andati veramente forte, hanno fatto un grande numero prendendosi il giro e alla fine sono riusciti a conquistare il bronzo grazie ad un ultimo sprint magnifico di Consonni. Non me ne voglia Elia, ma in questo momento lo vedo fuori dalla Madison.
Wood vince l’Omnium, Thomas e Viviani ci arrivano stanchi
L’Omnium è una disciplina dove ogni minimo errore si paga e il livello è altissimo. Wood non è una novità perché è sempre andato forte, Mora in questa specialità è una garanzia e il belga Van den Bossche è un grande seigiornista. Thomas e Viviani sono i big di questa disciplina, Benjamin, però, ha vinto col quartetto e nella Madison ed è arrivato molto stanco all’Omnium. Lo stesso vale per Viviani, che ha fatto una grandissima Eliminazione, ma non era supportato da una grande condizione. Il valore di questi due nell’Omnium però non si discute. Thomas sarà protagonista a Parigi 2024 e capitano di una Francia che sta tornando fortissima ovunque, sia nell’endurance, sia nella velocità. Wood ha corso con la squadra di club (Team Inspired, ndr.), l’UCI sta dando l’opportunità alle squadre di club di correre la Coppa del Mondo e questo aiuta il movimento, perché ci sono tanti ciclisti forti, che con le grandi nazionali non correrebbero quasi mai.