Roberto Chiappa in carriera è stato uno degli ultimi grandi velocisti della tradizione italiana: quattro partecipazioni olimpiche, ventuno vittorie in Coppa del Mondo (l’italiano con più successi in questa competizione), quarantanove titoli nazionali e tre maglie iridate nelle discipline veloci. Abbiamo raccolto i pensieri dell’ex sprinter ternano – oggi direttore del Velodromo di Dalmine e coordinatore del settore pista lombardo – riguardo gli entusiasmanti Mondiali di ciclismo su pista di Saint-Quentin-en-Yvelines.
Iniziamo parlando di Martina Fidanza, che si è riconfermata nello scratch.
Martina in questi Mondiali è andata veramente forte. È da sottolineare che Martina Fidanza è stata a lungo impiegata nella velocità nelle categorie giovanili e perciò ha dato un grosso apporto al successo del quartetto, facendo la partenza decisamente più forte delle britanniche in finale. Per quanto riguarda lo scratch non la scopriamo adesso, è la sua specialità: corre bene, sa stare a ruota ed è veloce. Ad un giro e mezzo dalla conclusione ha aperto il gas e ha staccato tutti di ruota. Le prospettive su pista sono molto rosee, mentre su strada va testata nelle classiche, ma senz’altro è una tra le più veloci.
Buonissima prestazione per entrambi i quartetti, ma questa volta sono le ragazze a trionfare.
Il quartetto femminile alle ultime Olimpiadi non ha brillato, quindi vederle campionesse del mondo è stata una piacevole sorpresa. Grosso merito va a Marco Villa che è riuscito a impiegare alla perfezione le ragazze che gli ha lasciato Dino Salvoldi, ma anche alle atlete che hanno fatto registrare dei tempi impensabili fino a qualche anno fa. Hanno avuto un percorso lineare e alla fine hanno vinto con 4:09.760.
Nel quartetto maschile siamo stati comunque bravi, pur avendo la pressione dei favori del pronostico. Villa è stato intelligente a schierare Manlio Moro, che è una giovane promessa dell’inseguimento, accanto a Filippo Ganna, Jonathan Milan e Francesco Lamon: loro erano i migliori a disposizione. In semifinale si sono sbarazzati della Francia, che non era un compito facile, e poi in finale Villa ha sostituito Lamon per Consonni: a mio avviso una stata una mossa azzardata perché Consonni, di cui conosciamo le potenzialità, aveva corso da poco la Parigi Tours e non correva l’inseguimento a squadre da tanto e infatti è stato l’anello debole dei quattro. La Gran Bretagna è stata più forte con Hayter – un fenomeno -, Bigham, Wood e Vernon.
Sorpresa dell’Australia nella velocità olimpica.
L’Australia era la mia favorita per la velocità olimpica, perché veniva da una grande stagione in cui aveva vinto una coppa del mondo e i Commonwealth Games con grandissimi tempi. L’Olanda aveva vinto gli ultimi quattro mondiali, ma gli è mancato il primo frazionista, perché Van den Berg è partito in 17.5, mentre il suo avversario australiano (Hoffmann, n.d.r.) è diventato il primo della storia a scendere sotto il muro dei 17 secondi in partenza. Poi Richardson e Glaetzer sono riusciti a contenere la rimonta di Lavreysen e Hoogland. Al momento un’Australia così è inarrivabile.
L’uomo dei record Filippo Ganna fa segnare uno nuovo primato anche nell’inseguimento individuale.
Di Ganna cosa dire: è un gigante, un mostro. È nato per l’inseguimento individuale e negli anni si è formato per primeggiare in questa disciplina. Quest’anno ha stupito il mondo, è sceso sotto il muro dei quattro minuti a livello del mare, facendo registrare anche il record del mondo. In finale Milan lo ha messo subito in difficoltà, ma Ganna è andato via col suo ritmo e negli ultimi due chilometri ha aperto il gas girando ad oltre sessantacinque chilometri orari. Chi può battere questo record? Forse l’unico è lo stesso Milan, perché neanche Ganna a vent’anni faceva 4:03, ma sarà dura anche per lui.
Nella madison l’Italia non convince, né al maschile né al femminile.
La madison per me è stata una grossa delusione perché mi aspettavo molto di più, sia da Scartezzini-Consonni, che da Consonni-Barbieri. Nel maschile siamo stati in lotta per le medaglie fino all’ultimo, poi ci è scappato via il Belgio, ma tra le donne non siamo stati mai in gara. A mio avviso, però, questa non è la coppia che Marco Villa schiererà alle olimpiadi, perché al momento vedrei molto meglio Balsamo e Guazzini. Al maschile, invece, il regolamento ci impedisce di portare molti corridori alle Olimpiadi, quindi Villa dovrà fare delle scelte, perché gli converrebbe schierare nella madison gli uomini del quartetto, dunque vedo bene Consonni e… Ganna! Perché Ganna, come Milan, se riuscisse a muoversi in gruppo e a vedere la corsa alla perfezione, farebbe male a tutti gli avversari, prendendo giri su giri con facilità. Ma tutto ruota attorno al regolamento olimpico.
Il movimento francese della velocità ha vinto e convinto con Mathilde Gros e Taky Marie Divine Kouame, ti aspettavi questi risultati?
La Francia nella velocità è una grande scuola che ha avuto sempre una continuità sia al maschile che al femminile e, perché lì c’è cultura dello sport, hanno investito tanto negli ultimi anni, prendendo Gregory Baugé come tecnico di settore e quando hai il più competente del tuo paese come tecnico anche i risultati migliorano con l’esperienza e la sicurezza che lui ti trasmette.
Nella velocità femminile sorprendono le giovani Gros e Friedrich, ma deludono le favorite Hinze e Mitchell.
Mathilde Gros non la scopriamo oggi, sappiamo che se ha spazio o conduce è la più forte al mondo e a questi mondiali ha “soltanto” confermato ciò. Lea Sophie Friedrich, invece, è stata devastante nel keirin, mentre nella velocità non è stata perfetta in gara, pur avendo fatto registrare il miglior tempo nelle qualificazioni. Al contrario, la sua connazionale Emma Hinze è calata molto rispetto agli Europei, infatti l’abbiamo vista farsi rimontare più volte, per cui credo che non sia arrivata qui in ottime condizioni. Kelsey Mitchell, infine, è stata la delusione più grande di questo mondiale: nelle coppe del mondo di qualche mese fa si era dimostrata incontenibile, ma in questa rassegna iridata è stata irriconoscibile. Nei prossimi anni sicuramente ci divertiremo molto con loro quattro!
Delude anche Miriam Vece, cosa ti aspettavi da lei in questa rassegna mondiale?
Non so cosa sia successo a Miriam, ma non si è presentata nelle migliori condizioni. Nei 200 metri lanciati ha fatto registrare il ventiquattresimo tempo e nei 500 metri ha fatto registrare un 34 alto, ben al di sotto dei suoi standard. Non conosco nel dettaglio quale sia stato il suo avvicinamento a questo mondiale, ma al momento mi è sembrata molto lontana dalle migliori e – soprattutto – dalla qualificazione olimpica.
Bianchi sogna una medaglia nel chilometro, ma alla fine chiude quinto. L’Italia ha trovato in lui un gran chilometrista?
Bianchi a mio parere è stato deludente. Sappiamo che è giovane e in forte crescita, ma in finale non è stato all’altezza delle aspettative dopo una grandissima prestazione nelle qualificazioni, in cui ha fatto registrare il secondo tempo in una batteria di altissimo livello dove otto corridori sono scesi sotto al minuto. Dunque dopo aver assaporato l’argento si è ritrovato quinto, dietro anche allo spagnolo che si era qualificato in finale per un soffio: un pizzico di delusione c’è. Comunque Bianchi ha confermato di essere ormai una certezza, non più una sorpresa, del chilometro: d’ora in poi mi aspetto sempre grandi prestazioni da lui.
Ethan Hayter batte Benjamin Thomas, cambio della guardia nell’omnium maschile?
Ethan Hayter è un grande campione. A mio avviso è il miglior pistard al mondo e riesce a conciliare strada e pista con grandissima facilità. Al momento è l’uomo da battere nell’omnium, anche se Benjamin Thomas alle olimpiadi correrà in casa. A Parigi nel 2024 la loro sfida sarà straordinaria, però Thomas non dovrà perdere punti nelle “sue” gare contro un Hayter così.
Viviani, invece, non si è presentato in una grandissima condizione: nell’eliminazione dell’omnium – che dovrebbe essere la gara più adatta a lui – ha fatto tanta fatica e lo stesso nella corsa a punti. A mio avviso, in questo momento, Elia Viviani è un gradino sotto ai big dell’omnium, la specialità che lo ha reso grande alle olimpiadi di Rio.
Lavreysen sempre più dominatore di velocità e keirin, esiste un anti-Lavreysen?
Lavreysen è l’uomo più veloce del mondo: fa 9.2 in qualificazione e poi in gara si dimostra infallibile, sa vincere da davanti e da dietro, anticipando e in rimonta, sa come correre e trionfa con grandissima facilità contro avversari fortissimi, come Richardson. Nel keirin avviene lo stesso, stavolta ha preso la testa a due giri dalla conclusione e ha fatto registare 9.8 nell’ultima tornata. Al momento in pochi lo possono contrastare, mi sarebbe piaciuto vedere Paul e Yakovlev a questo mondiale, ma difficilmente lo avrebbero battuto. Forse è proprio Yakovlev l’unico che in futuro lo potrà battere con regolarità, se si riconfermasse ad alti livelli.
Tiriamo le somme. Come valuti la spedizione azzurra a questi mondiali di Saint-Quentin-en-Yvelines.
Un chiaroscuro, perché delle sette medaglie vinte – siamo secondi nel medagliere – solo due, quelle dei quartetti, provengono da discipline olimpiche. Per essere protagonisti a Parigi e a Los Angeles bisognerà investire proprio nelle discipline presenti alle olimpiadi, soprattutto nel settore della velocità, in cui difficilmente qualificheremo atleti ai prossimi Giochi. Bisognerà lavorare tanto, ma abbiamo il potenziale per farcela.