Conclusa la stagione del ciclocross, è tempo di tracciare un bilancio di quanto è successo dalla seconda domenica di settembre alla penultima di febbraio. Si parte con il versante femminile, diventato per lunghi tratti dell’annata la vera attrazione principale del fuoristrada made in Belgio e Paesi Bassi.
Lucinda Brand 9,5
La mancata permanenza sul trono iridato passa in secondo piano rispetto allo strapotere atletico messo in mostra per gran parte dell’annata.
Si migliora ulteriormente rispetto al 2020-21 ma tra lei e la stagione perfetta si mette di mezzo Marianne Vos.
Marianne Vos 9
Centra gli unici obiettivi raggiungibili da una part timer, vincendo sia il mondiale ufficiale che quello ufficioso (il campionato nazionale neerlandese).
Non può che farle difetto l’universalità di Lucinda Brand, ma sui tracciati veloci è lei la numero uno.
Fem Van Empel 8 +
Ultima delle tre fortissime 2002 ad arrivare in alto, è però la prima a vincere sui grandi palcoscenici.
Nel primo terzo di stagione sconta i carichi di un calendario troppo denso, ma alza il proprio livello prestazionale quando conta di più.
Al mondiale U23 si piega solo alla scaltrezza altrui.
Puck Pieterse 8
Se Van Empel è la più vincente tra le coetanee, lei è la più costante: 8 podi su 20 gare, quasi tutte di Coppa del Mondo.
Quando la tecnica e l’esplosività glielo consentono, si segnala per l’interpretazione aggressiva della corsa, pure se finisce quasi sempre corta.
Vince solo una volta, ma quando in palio c’è la maglia iridata.
Silvia Persico 8
Nessuno più di lei merita il premio di crossista più migliorata.
Anche senza il bronzo mondiale il bilancio del suo 2021-22 sarebbe stato largamente positivo, considerate le top 10 in Coppa del Mondo e la vittoria del campionato nazionale, ma grazie a quello diventa straordinario.
Line Burquier 8
Le sue doti erano note, con una maglia iridata juniores nel cross country a testimoniarle, ma a stupire è stata la sua velocità di adattamento al mondo delle elite.
Campionessa francese tra le grandi, si è anche rivelata come la migliore U23 alle spalle di Van Empel, Pieterse e Van Anrooij.
Shirin Van Anrooij 8 –
Dopo un anno perso torna a macinare piazzamenti come se non avesse mai smesso: su 24 occasioni esce dalla prime 10 solo due occasione.
3 vittorie, incluso il campionato europeo U23, due podi nelle challenge e un argento iridato dal sapore agrodolce delineano un quadro di assoluto spessore ma rispetto alle sue coetanee sconta il non essere mai stata realmente in corsa per un successo nelle gare elite più importanti.
Blanka Kata Vas 8 –
Sfruttando l’onda lunga della strada si toglie subito grandi soddisfazioni, come la prima vittoria in Coppa del Mondo, ma al ritorno da un opportuno periodo di stacco sembra aver smarrito quasi del tutto l’inerzia positiva di cui godeva, pur mantenendo il suo posto tra le migliori al mondo
Causa covid al mondiale è una comparsa.
Denise Betsema 7,5
Annata senza dubbio positiva, ma che poteva essere migliore selezionando meglio gli obiettivi: la pervicacia nel giocare su più fronti alla fine le è costata carissimo.
Anche giocandosi meglio le proprie carte avrebbe probabilmente dovuto lasciare il passo a Lucinda Brand nelle generali delle challenge, ma col suo approccio onnicomprensivo si è bruciata ogni chance di salvare almeno l’X2O Trofee.
Helene Clauzel 7,5
Candidata credibile al premio di crossista più migliorata, nell’arco della stagione dimostra che i risultati del primo mese non sono stati un caso.
Maghalie Rochette 7
Costantemente su buoni livelli, tra Besançon e Val di Sole vive due settimane magiche.
Annemarie Worst 6,5
Trova continuità solo per brevi periodi, mancando proprio quando sembra entrata pienamente a regime.
Neanche quest’anno si fa mancare la vittoria che vale la stagione, ma, pur migliorandosi rispetto al 2020-21, le manca ancora qualcosa per raggiungere i suoi standard.
Inge Van der Heijden 6,5
Nella prima metà sembra pagare più di tutte la maggiore durata delle gare, poi prende le misure e ottiene anche buoni risultati.
Clara Honsinger 6,5
Anche lei vanta un successo che vale la stagione, ma sul piano della continuità ad alto livello fa un passo indietro rispetto alla scorsa.
Le difficoltà nelle partenze stanno diventando troppo limitanti.
Eva Lechner 6,5
A 36 anni resta una garanzia: solida, affidabile e addirittura vincente nelle internazionali italiane.
Yara Kastelijn 6
Senza infamia e senza lode, sembra non poter più rientrare nel novero delle migliori complice una stagnazione tecnico atletica che non accenna a finire.
Probabilmente sente anche il richiamo della strada, dove al momento ha più margini.
Manon Bakker 5,5
Si sveglia solo a fine stagione, non dando seguito alle aspettative create nella scorsa.
Ceylin del Carmen Alvarado 5
Annata da dimenticare, nella quale resta a galla solo grazie alla sua immensa classe, depotenziata com’è dai problemi fisici.
Con questa spada di Damocle che pende costantemente sul suo capo forse necessita di un reset completo.
Sanne Cant 5
L’ennesimo titolo belga non può nascondere la realtà: mentre il cross femminile andava avanti lei è rimasta ferma.
Alice Maria Arzuffi 4
Stagione talmente brutta da gettare ombre sul suo futuro.