Scegliere solo 10 successi di Mathieu van der Poel nella specialità che per prima ne ha consacrato il valore di assoluto campione è senza dubbio complicato e per questo deve essere sostenuto da criteri precisi. Abbiamo deciso di privilegiare il valore della prestazione tecnico-atletica, misurabile empiricamente attraverso il distacco inferto agli avversari e commisurata alla caratura degli stessi e al modo in cui è avvenuta.
In subordine troviamo l’importanza del contesto nel quale sono maturati e, infine, l’attaccamento a uno piuttosto che a un altro, altamente soggettivo.
Per questo ho escluso le vittorie in cui la carica emotiva è, a mio avviso, troppo preponderante rispetto al resto, vuoi perché le prime da Elite (come il mondiale di Tabor 2015, Gieten 2014 e Hoogerheide 2015) o perché arrivate al culmine di duelli all’ultimo respiro (larga parte di quelle ottenute nella stagione 2016/17), finendo per oscurare le evidenze di una performance perfettibile e di un atleta non ancora al suo meglio.
10) Oudenaarde 2017
Sul circuito sua bestia nera (solo due vittorie in carriera e diversi crolli verticali), offre una prestazione misurata e per certi versi inedita: dopo un iniziale tentativo di aggredire subito la corsa, lascia a Van Aert il peso di rispondere agli attacchi combinati della coppia Telenet-Fidea Van der Haar-Toon Aerts e, pur essendo sembrato al gancio in più di qualche frangente, sfodera un ultimo giro monstre.
Arriva distrutto e spunta la corrispondente casella nel bingo dei cross più prestigiosi.
Highlight: l’ultimo Koppenberg.
9) Gavere 2016
Uno dei leit motiv che ha da sempre accompagnato la carriera di MvdP è la sua supposta idiosincrasia ai percorsi duri, sicuramente vera se per ”duri” si intende ”dove si deve correre più a piedi che in bici”, ma altrettanto sicuramente falsa se nel concetto di ”duri” vengono compresi tracciati altimetricamente complicati, lenti e fangosi, ma da percorrere in sella nella loro maggioranza.
A Gavere nel 2016 offre una delle prime dimostrazioni della bontà di quest’ultima affermazione, disponendo facilmente dei rivali dopo una partenza complicata.
Highlight: lo slalom in salita in mezzo al gruppo.
8) Ostenda 2021
Per la prima volta dopo anni non arriva all’appuntamento principe della stagione da favorito assoluto e la caduta al secondo giro sembra dare ragione ai tanti che prevedevano la restaurazione dell’antico regime sul trono del ciclocross. Con la sella mezza rotta tira fuori un giro capolavoro e, aiutato dalla foratura di Van Aert, si porta in testa.
Una volta lì ne frustra il tentativo di rientro con una magistrale gestione della metà più difficile del percorso: lascia qualcosa a piedi e lo recupera con gli interessi sulla sabbia e soprattutto sul ripidissimo ponte posto dopo di essa.
Highlight: il riaggancio del pedale al 20 % senza perdere velocità.
La sabbia, il mare, van der Poel e Van Aert. Il Mondiale di Ostenda è già nella leggenda.
7) Namur 2018
Per arrivare a braccia alzate ai piedi della Cittadella MvdP ha spesso dovuto attingere alla riserva delle energie, al termine di gare brutali, sporche e combattute.
Solo in questa occasione ha saputo piegare al proprio volere la corsa sin dal principio abbinando grazia e potenza in un prolungato esercizio di stile dedicato ai cultori della purezza del gesto.
Highlight: il sorpasso a Toon Aerts sulla contropendenza.
6) Gieten 2018
Successo dalle dimensioni già di per sé eclatanti, per di più ottenuto con una caviglia delle dimensioni di un melone, frutto di una storta rimediata il giorno precedente a Lokeren.
Van Aert sente l’odore del sangue e gli mette subito pressione, ma ci vuole un attimo perché il cacciatore diventi preda: al secondo degli 11 giri in programma, nella canicola che fa molto poco ciclocross, la contesa è già virtualmente chiusa.
Highlight: l’attacco decisivo sull’ultima salita sabbiosa.
5) Diegem 2017
Anche la vittoria nell’edizione dell’anno successivo avrebbe avuto ottime ragioni per essere inserita, grazie a (o per colpa di) quel commissario di gara che lo obbligò a rifare quasi tutto da capo, ma nel 2017 MvdP dimostrò una volta per tutte perché nel cross più glamour della stagione non ha mai conosciuto la sconfitta.
La caduta iniziale sulla contropendenza fu nient’altro che un sassolino sulla strada di un rullo compressore.
Highlight: lo scatto in faccia a WvA sulla salita in centro al paese.
4) Hulst 2021
Un uomo in missione, alla terza vittoria consecutiva in altrettanti giorni, motivato a spingere a tutta fino in fondo (diversamente dal solito) dall’imbarcata presa da Van Aert a Dendermonde la domenica prima.
Risultato: il distacco più elevato mai rifilato al secondo da quando è passato professionista e solo 17 corridori a pieni giri su 52 partenti.
Highlight: ogni passaggio sulle contropendenze.
Un tornando si abbatte su Hulst
3) Hamme 2018
Le gare prima di quella maschile elite o si erano risolte per una manciata di secondi o addirittura in volata, il percorso dopotutto non sembrava lasciare molto spazio a soluzioni differenti, secco e velocissimo (27 km/h di media) com’era.
Il solo Meeusen fu capace di tenere il ritmo infernale imposto dai primi metri di gara, non senza pagare un prezzo piuttosto salato però: a fine gara gli sanguineranno le mani per quanto forte doveva stringere il manubrio ad ogni curva.
Finì comunque secondo, a un’eternità su un tracciato così filante, con il suo capitano che mise la prima enorme pietra nella rimonta che a fine stagione gli varrà il secondo DVV Trofee consecutivo, nonostante i 4’51” persi – indovina un po’ – sul Koppenberg.
Highlight: le facce di Meeusen.
2) Koksijde e Loenhout 2019
Se il MvdP del 2018/19 impone sulla concorrenza un dominio essenziale e orientato a minimizzare i rischi, quello del 2019/20 lascia talvolta da parte la sobrietà in favore di una spettacolarità non certamente cercata ma, fortunatamente (per lo spettatore), trovata.
In gare come Koksijde e Loenhout, per le contingenze del caso come un ingorgo causato da una caduta altrui o per colpa sua, si trova infatti a dover compiere delle rimonte in apparenza disperate dalle retrovie.
Alla facilità con cui porta a termine, nell’arco di un giro, la prima si contrappone la fatica della seconda, il senso di ineluttabilità invece accompagna entrambe
Highlight: il primo giro di Koksijde
Mathieu van der Poel e un primo giro senza senso a Koksijde
1) Dubendorf 2020
Per poter essere legittimamente considerato uno dei potenziali migliori di sempre della disciplina, alla vigilia della rassegna iridata, a MvdP mancava solo una cosa rispetto agli altri invitati al tavolo: un mondiale vinto con più di 1′ sul secondo classificato.
Non solo realizza questa condizione, ma lo fa restando in testa, letteralmente, dal primo metro.
Un’ora e quasi 9 minuti di perfezione.