Nelle ultime settimane della stagione del ciclocross sta tenendo banco una vicenda che vede contrapposti, da una parte, Jan Tormans e Patrick Lefevére, e dall’altra, Hans Van Kasteren e i corridori che rappresenta, vale a dire Quinten Hermans, Corné van Kassel, Joran Wyseure ed Emiel Verstrynge.
Mentre Patrick Lefevere e gli atleti coinvolti non hanno bisogno di presentazioni, lo stesso non si può dire di Tormans e Van Kasteren: il primo è un imprenditore belga nel settore delle risorse umane, appassionato di ciclismo a tal punto da sponsorizzare un team professionistico di ciclocross, uno U23 e uno juniores, tra i più importanti dell’intero Belgio.
Il secondo, invece, è una vecchia conoscenza nell’ambiente del ciclocross, dapprima manager di corridori del calibro di Bart Wellens e di Tom Meeusen, è poi diventato proprietario della squadra Telenet-Fidea, ceduta infine al tandem Sven Nys-Golazo.
Restato nell’ambiente come procuratore, è una figura che ha sempre operato dietro le quinte ma si è spesso distinta per atteggiamenti pittoreschi, buoni a rinfocolare lo stereotipo tutto fiammingo dell’olandese chiacchierone.
Presentati gli attori, veniamo ai fatti, procedendo con ordine.
Appena dopo il Mondiale americano Tormans ha annunciato che, a causa di differenze di vedute, avrebbe lasciato la sezione cross della Intermarché-Wanty per approdare alla corte di Patrick Lefevére, portando in dote i migliori profili in forza alla squadra sponsorizzata nelle ultime due annate: i già citati Hermans, Van Kessel, Wyseure e Verstrynge, più Zoe Backstedt.
Se per quest’ultima, considerata anche la prospettiva di correre su strada nelle file del Team NXTG, sostenuto proprio dall’esperto dirigente belga, non vi sono problemi, per gli altri il duo Tormans-Lefevere non aveva fatto i conti col loro rappresentante.
Van Kasteren ha subito infatti messo in chiaro che non solo il pacchetto dei suoi corridori, tutti in scadenza di contratto o alla fine della stagione del ciclocross o a quella dell’anno solare, era indivisibile, ma che a lui non era pervenuta nessuna offerta economica, svincolandosi così immediatamente dal piano di Tormans di trasferire l’intera struttura, così com’era, sotto altre insegne.
A quel punto si è arrivati allo scontro verbale tra le parti in causa, sempre a mezzo stampa, con frasi come “sembra quasi traffico di esseri umani” (da parte di Tormans) che sembravano lasciare poco spazio ad una riconciliazione.
Impressione avvalorata dagli spifferi sempre più insistenti, poi via via confermati dai diretti interessati, che vedevano il pacchetto Van Kasteren diretto verso la Alpecin-Fenix.
I 2/3 del podio mondiale U23 di Fayetteville con un contratto professionistico a partire dal 1º marzo e gli altri, verosimilmente, a partire dal 1º gennaio 2023, un grande colpo dei fratelli Roodhooft, bravi a volgere l’instabilità della situazione a loro favore.
Curiosamente, l’unica parte ad essere realmente uscita danneggiata da questa vicenda, avendo perso sponsor e atleti, è stata anche quella più silenziosa: la Intermarché si è infatti limitata a dire che il proprio progetto legato al cross non sarebbe finito qua.
Più esplicito invece Bart Wellens, ds della Tormans CX e parte fondamentale della crescita del sodalizio fiammingo, il quale ha accusato senza mezzi termini Verstrynge e Wyseure di averlo pugnalato alle spalle.
Con il caustico botta e risposta sulle pagine dei quotidiani fiamminghi tra Lefevere e Van Kasteren, sembra essere giunta una sorta di tregua armata tra i due schieramenti, un buon momento per trarre un primo bilancio dei vincitori e vinti.
Suo malgrado, perché ha dovuto subire passivamente le scelte di altri senza avere le armi per reagire, la sezione cross della Intermarché deve ricominciare quasi da capo e solo un acquisto come Sweeck potrebbe risollevarne le prospettive.
Tormans e Lefevére non festeggiano di certo ma non restano neanche a mani vuote, potendo contare su Zoe Backstedt, centrale nei piani di espansione di Zio Pat all’interno del ciclismo femminile, cross o strada che sia.
A Van Kasteren spetta la parte del cattivo della vicenda, pur essendosi limitato a perseguire ciò che era meglio per lui e per i suoi rappresentati.
Esce vincitore, così come coloro che hanno accolto le sue richieste.
I fratelli Roodhooft infatti rimpolpano una squadra che, data l’assenza di Van der Poel, si è vista poco negli ultimi mesi e che, anche in futuro, non può poggiare solo sui, seppur talentuosi, Vandeputte e Michels durante la maggior parte della stagione. Inoltre si assicurano un fit perfetto come Hermans per l’attività su strada.
Quanto ai corridori, dando per scontato che il cambio di squadra comporterà un miglioramento economico, per Wyseure e Verstrynge significherà anche un programma estivo più strutturato con la maglia della Alpecin continental, propedeutico al loro processo di crescita nel cross, rispetto a quello seguito fino all’anno scorso.
Un po’ fuori fuoco in un contesto world tour, non tanto per mancanza di talento ma perché vive la strada in esclusiva funzione del ciclocross, Van Kessel potrebbe beneficiare di un’attività nei mesi più caldi maggiormente a sua misura, in maniera analoga a quanto era abituato a fare nelle stagioni alla corte di Sven Nys.
Come per gli altri, anche per Hermans non cambia molto sul lato fuoristrada, sull’altro invece sì: andrebbe in una delle compagini leader del plotone, in particolare nelle corse per cui lui è piu tagliato, in grado di assecondare al meglio le sue ambizioni.
Insomma, una vicenda che è abbastanza indicativa dei doppi standard morali utilizzati per giudicare il comportamento dei soggetti in campo a seconda del loro ruolo.
A ben vedere Van Kasteren e Tormans si sono comportati, legittimamente, nella stessa maniera, scegliendo di seguire una strada piuttosto che un’altra in ragione di prospettive ritenute migliori, e se deve essere formulato un giudizio di disvalore morale sulla condotta di uno, questo va esteso anche all’altro.
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