Delle tre ragazze orange che, nonostante la giovanissima età, hanno rapidamente compiuto la scalata ai vertici del ciclocross femminile, Fem van Empel è sì quella che è balzata per ultima agli onori delle cronache, ma è anche quella che ci ha messo meno tempo. Originaria di Sint-Michielsgestel, località legata a doppio filo al ciclocross (teatro di un mondiale e di diverse edizioni di una prova del Superprestige), dove è nata il 3 settembre 2002, Fem ha giocato a calcio per oltre 10 anni, fino al 10 novembre del 2019, quando ha deciso di far diventare la sua attività principale quello che era poco più che un semplice passatempo.
Da calciatrice giocava come ala destra nel RKSV Nuenen e sognava di farlo, un giorno, nel Bayern Monaco, ma il rapporto della sua famiglia con le due ruote non inizia e finisce con lei: lo zio Ad van Empel è il fondatore di Empella Cycling, marchio di bici neerlandese, con il quale Erwin Vervecken, Bart Wellens e Zdenek Stybar si sono laureati campioni del mondo di ciclocross. Il terzo posto ai campionati nazionali di cross country, ottenuto senza preparazione specifica, ha causato più di qualche crepa nella volontà di Fem di diventare professionista nel mondo del pallone, ponendola, col passare del tempo, di fronte ad un’inevitabile scelta. Una volta realizzato che una combinazione tra i due sport, portata brevemente avanti nei primi mesi della stagione 2019-20, non era possibile, ha optato per il ciclismo.
L’affermazione in una delle gare del circuito nazionale, il successo nella generale della Helen 100, la competizione riservata alle juniores organizzata dalla ex crossista Helen Wyman in collaborazione con Golazo, e la medaglia di bronzo al campionato nazionale di categoria, evidenziavano sempre di più la bontà della scelta fatta qualche mese prima, confermata anche dall’interesse suscitato in diverse squadre. Tra la neo-costituita Jumbo-Visma women, il Team Sunweb e la Pauwels Sauzen-Bingoal sono stati propri questi ultimi a spuntarla, con Van Empel che si è quindi presentata al mondiale di Dubendorf, concluso con un onorevole quinto posto, col contratto con la corazzata belga in tasca.
Nei mesi più caldi è tornata dove tutto in un certo senso ha avuto inizio, in mountain bike, ottenendo diversi piazzamenti sia nel cross country, tra cui spiccano il secondo ai nazionali e il decimo ai mondiali, che nell’Eliminator, con un bronzo mondiale lì a testimoniare la caratura internazionale delle sue doti di esplosività. Durante la stagione invernale i quarti posti consecutivi ottenuti nello scenario da tregenda di Dendermonde e al GP Sven Nys non solo certificano gli enormi passi avanti fatti nel giro di un anno, ma la fanno entrare anche, a ragione, nel ristretto novero delle migliori al mondo su determinati percorsi.
Fem Van Empel vince il titolo iridato U23 a Ostenda
In particolare lascia a bocca aperta la prepotenza fisica, espressa sia nel fango, quando si tratta di spingere a fondo o correre a piedi, che su asfalto, con una punta di velocità tanto elevata da far sembrare ferma un’atleta notoriamente veloce come Sanne Cant. Ad Ostenda, poi, suggella un’annata da sogno vestendo per la prima volta la maglia iridata, al termine di una gara condotta con grande autorevolezza e maturità, piegando con un attacco all’ultimo giro una concorrenza decisamente temibile anche se solo U23.
Il 2021 del cross country segnala un adattamento leggermente più problematico alla nuova categoria rispetto a quello di Puck Pieterse, ma alla rassegna europea di Novi Sad si riscatta con un settimo posto, a cui accompagna una medaglia d’argento nell’Eliminator, ancora dietro alla valdostana Gaia Tormena. Quando ritorna a calcare i campi gara del ciclocross invece, dopo un inizio promettente (al pronti via va vicinissima al primo successo tra le Elite), sembra attraversare una fase se non proprio involutiva, almeno di alti e bassi, tanto da far domandare a molti se il suo calendario non fosse troppo pieno per una ragazza così giovane e tutto sommato inesperta.
Più si va avanti con le gare però, più Van Empel cresce di colpi, arrivando alla prova di Coppa del Mondo in Val di Sole, snobbata da diverse big (su tutte Lucinda Brand) come una delle atlete più in forma. Sulla neve del percorso trentino quasi subito si isola in testa e pare avere la vittoria in pugno, ma Marianne Vos con un prodigioso recupero si rifà sotto. Con tutta l’inerzia a favore della più vincente della storia del ciclismo femminile la sua sorte sembra segnata, ma un errore in una curva la rimette in gioco e lei non si fa sfuggire l’occasione: diventa così la più giovane vincitrice di una gara di Coppa del Mondo dal 2004.
La volata terrificante di Fem van Empel a Flamanville
Dopo un ottimo periodo natalizio, nel quale solo Brand le negherà il successo sul circuito di Zolder, si ripeterà a Flamanville in volata contro una Puck Pieterse che aveva interpretato meglio il finale, grazie all’esplosività affinata con la pratica dell’eliminator. Se Puck Pieterse e Shirin van Anrooij stanno alle parti opposte dello spettro della tipologia del crossista, Fem van Empel si situa sostanzialmente in mezzo, prendendo il meglio da entrambi i mondi: il risultato è un’atleta priva di punti deboli, dotata di un killer instinct innato e una capacità non comune di sopportare la fatica (come testimonia il suo calendario, notevolmente più ricco di quello delle sue due coetanee). Di lei inoltre si dice che sia anche molto allenabile e desiderosa di imparare, tutte qualità che spiegano la velocità del suo successo.